Bar Saetta: «Il gioco fa male alla famiglia»

PIEVE DI CADORE. «Nonostante più volte i rappresentanti delle slot machine mi abbiano chiesto di installarle nel mio locale, non ho mai accettato, ho sempre pensato a quanto male fa il gioco, non...

PIEVE DI CADORE. «Nonostante più volte i rappresentanti delle slot machine mi abbiano chiesto di installarle nel mio locale, non ho mai accettato, ho sempre pensato a quanto male fa il gioco, non solo al giocatore, ma anche alla sua famiglia». Così ha affermato Monica Giacomelli, titolare del bar Saetta di Pozzale, nel ritirare l'attestato e l'adesivo “No slot”, dalle mani di Cristina De Donà, coordinatrice del Slotmob fest nella Provincia di Belluno.

La consegna è avvenuta al termine della manifestazione di sabato pomeriggio svoltasi proprio all'interno del locale, alla presenza di un centinaio di persone, tra le quali il sindaco di Pieve, il vicesindaco e il consigliere Bratti di Longarone, e di numerose personalità della cultura e del volontariato. Erano presenti - con tanto di bandiera- anche i rappresentanti di Libera Cadore. Prima della consegna dei riconoscimenti, Cristina De Donà ha spiegato i motivi e le finalità che hanno portato allo Slotmob di Pozzale, «la località più alta e più bella tra le 60 che hanno partecipato alla manifestazione».

Subito dopo Alessandra Cason ha letto la lettera che sarà spedita al presidente della Repubblica Sergio Mattarella, invitando i presenti a sottoscrivere l'appello. Prima della conclusione, il direttore del Serd, De Sandre ha esternato la sua soddisfazione per la partecipazione: «Fino a ieri con i miei operatori che sentivamo soli, oggi ho capito che non è così».

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