Ascom: green pass nei bar e ristoranti. «Noi favorevoli ma non chiudeteci»

BELLUNO
Aumento dei contagi e timori per nuove, insopportabili, chiusure. L’Ascom invita alla prudenza e punta tutto su vaccini e green pass per evitare un aggravamento della crisi. Ma non solo per ristoranti e alberghi, l’associazione del commercio bellunese non usa mezzi termini per commentare l’ipotesi di applicare l’obbligo di certificato vaccinale per l’ingresso negli esercizi pubblici: «Se fosse per noi, estenderemmo questo obbligo a tutti i negozi», commenta il presidente di Ascom, Paolo Doglioni, «è inutile che la gente non voglia vaccinarsi, i benefici per tutta la società sono infinitamente maggiori rispetto ai rischi ed è chiaro oramai che la vaccinazione è l’unica via per tornare al più presto a vivere come prima. Stiamo a vedere come si evolverà la situazione, però la gente oramai dovrebbe essere consapevole del fatto che il rischio c’è e che un anno come quello passato non è più accettabile».
L’appello dei commercianti, quindi si affida al buon senso della gente: «Inutile dire che il comportamento che si richiede all’interno degli spazi chiusi come i negozi sono sempre quelli del distanziamento, della mascherina e della sanificazione delle mani. Questo, però, è solo una parte di ciò che dobbiamo fare; la cosa più importante e urgente è vaccinarci tutti quanto prima. Confido nel buonsenso di tutti».
Una situazione che, al momento, sembra avere solo una via d’uscita, anche perché l’intera categoria si troverebbe a contare ancora più chiusure di quelle attuali nel caso di nuovi lockdown o restrizioni di questo genere. «L’associazione che io rappresento è quella che più di tutte è stata colpita da questa pandemia. Credo, onestamente, che non ci siano più spazi per poter affrontare nuove chiusure. Sono sempre stato un ottimista e spero che le chiusure effettive siano poche anche nel Bellunese, ma servono comunque aiuti adeguati per supportare chi naviga in cattive acque», continua il presidente di Ascom Belluno che, commentando l’introduzione in Francia del green pass come obbligatorio per l’accesso a determinati tipi di attività, come i ristoranti, aggiunge: «Fosse per me andrebbe richiesto in ogni attività, perché il cassiere di un alimentari deve rischiare di essere infettato da un cliente che non ha voluto vaccinarsi?».
Ad andare ancora più in là è Rossana Roma, presidente del Fipe, il sindacato dei pubblici esercizi, che propone di estendere l’obbligatorietà del certificato anche per l’ingresso nei centri commerciali, nei supermercati e negli altri esercizi di prima necessità, in modo da spingere tutti a vaccinarsi: «Se il green pass è la chiave per poter ritrovare la normalità, sarebbe giusto estendere l’obbligo a tutte queste attività», commenta Roma, «perché le persone possono decidere di non andare al ristorante, ma non è giusto che vengano esposte a rischi inutili in altri luoghi dove sono obbligati ad andare per acquistare beni di prima necessità».
È giunto il momento, secondo la presidente, di dare una svolta alle vaccinazioni: «Viviamo una crescita dei casi soprattutto a causa degli Europei di calcio e degli assembramenti che abbiamo visto per un intero mese nei locali per assistere alle partite», continua Roma, «è tempo di lasciar perdere gli egoismi e vaccinarsi per il bene di tutti. Ancora oggi non abbiamo a regime un gran numero di attività, come i servizi legati ai grandi eventi, o addirittura chiusi come le discoteche. Sarebbe ora di poter far aprire anche loro e l’unica via è organizzarsi in modo da poter controllare gli ingressi e favorire chi ha fatto la propria parte sottoponendosi al vaccino».
Questo dovrebbe segnare una svolta anche nella divisione tra esercizi essenziali e non: «Un anno fa è successo il contrario: noi ristoratori siamo stati costretti a chiudere perché non essenziali, ora è tempo che i servizi di prima necessità abbiano le carte in regola per poter garantire la sicurezza dei clienti», conclude Roma, «bar e ristoranti sono stati bistrattati per mesi come luoghi non sicuri, ora il green pass deve permettere a tutti di stare sullo stesso livello, dandoci finalmente la possibilità di tornare a vivere». —
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