Applausi ai Promessi sposi messi in scena dai giovani

SOSPIROLO. “Quel ramo del lago… del Mis”, ci si potrebbe aspettare come incipit. E invece, la rilettura dei “Promessi sposi” dall’associazione culturale “I Giovani” di Sospirolo è quanto mai fedele...

SOSPIROLO. “Quel ramo del lago… del Mis”, ci si potrebbe aspettare come incipit. E invece, la rilettura dei “Promessi sposi” dall’associazione culturale “I Giovani” di Sospirolo è quanto mai fedele all’originale.

Domenica sera c’è stata la prima al teatro comunale di Belluno e gli spettatori non hanno certo lesinato gli applausi. Adesso, i 55 ragazzi coinvolti sono carichi a sufficienza per riproporre lo spettacolo questa sera e poi sabato a Sospirolo (nella sala Pellizzari del centro civico alle 20,45) e il 15 marzo a Castelfranco Veneto.

«Più teatro e meno tablet» è stato il messaggio del sindaco di Sospirolo Mario De Bon, lanciato sul palco del teatro comunale a fine spettacolo; ancora elettrizzati, i giovani sono sembrati tutti d’accordo.

Un nuovo importante capitolo si aggiunge così alla lunga lista di titoli già proposti dalla compagnia, l’ultimo dei quali è l’Inferno di Dante dell’anno scorso. Stavolta la trama del Manzoni, apparentemente semplice (la storia è quella nota del difficoltoso matrimonio di Renzo e Lucia), si mescola alla complessità delle vicende storiche dell’Italia contadina del 1600.

I personaggi li ritroviamo tutti: il timoroso don Abbondio, il profetico fra Cristoforo del “Verrà un giorno”, il crudele don Rodrigo.

Gli attori più grandi mostrano ormai padronanza del palco e svelano tutta la professionalità acquisita negli anni, toccando punte di bravura in scene cardine, come in quella del dialogo tra il cardinal Borromeo e l’Innominato o nella cupa vicenda della monaca di Monza; ma anche i piccoli riservano naturalmente tante sorprese.

«Eravamo in sintonia e non è stato difficile rapportarsi con le diverse età», spiega Lorenzo Dalla Rosa, 14 anni, che ha vestito i panni di Renzo.

«Le difficoltà maggiori sono nel muoversi e negli accenti, ma ho dato il massimo e sono felicissimo», concorda con il collega Celeste Colladon, 15 anni, che ha impersonato la riservata Lucia, insieme a Gaia Paniz. «C’è stata tanta preparazione alle spalle, con prove quotidiane di almeno due ore nell’ultimo periodo. Il teatro è un’occasione per stare con gli altri e questo rapporto lo portiamo anche fuori, tutti i giorni».

Una certezza che farà piacere alla regista Mariarosa Ceccon, che ha pensato al teatro come mezzo per insegnare ai ragazzi a non essere competitivi e ad agire per un fine collettivo, sul palco e nella vita.

Federico Brancaleone

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