Appalto all’Usl il responsabile è in grado di stare nel processo

La perizia dello psichiatra Alessandro Pesavento ha certificato la capacità di Gianbattista Azzoni A dicembre la sentenza

FELTRE

Appalto truccato all’Usl 2. Imputato per turbativa d’asta e, nel suo caso, anche truffa, Gianbattista Azzoni aveva bisogno di un accertamento medico che certificasse la sua capacità di stare a giudizio. Era stato il giudice Feletto a disporlo, incaricando lo psichiatra padovano Alessandro Pesavento.

Nell’udienza del processo, che vede imputati anche Gabriele Fent e Fabio Cassol, ma solo per turbativa, lo specialista ha spiegato che l’uomo era consapevole all’epoca dei fatti contestati e lo è anche adesso.

Al massimo poteva essere un po’ stressato, per via della strada che doveva fare da Brescia a Feltre, a parte il fatto che per due o tre volte alla settimana doveva essere anche in Regione, come ha sottolineato Adriano Rasi Caldogno, che al tempo era alla guida dell’azienda sanitaria feltrina e attualmente è a caso dell’Usl Dolomiti.

Non c’era tempo per fare altro e il giudice ha rinviato per la discussione finale al 13 dicembre. Seguiranno eventuali repliche e la sentenza di primo grado. Azzoni è difeso dal bresciano Bonardi, mentre Fent e Cassol si sono affidati al bellunese Licini.

Ricapitolando: le società partecipanti alla gara da 70 mila euro sembravano cinque, ma tre erano riconducibili a una sola e due erano collegate da un rapporto di collaborazione.

La vicenda risale al 2012 e parte da una perquisizione con sequestri della Guardia di finanza. Prima del suo trasferimento a Bassano, Azzoni era il responsabile del procedimento per l’assegnazione dell’appalto. Accanto a quella di truffa, l’accusa è di aver attestato la regolare istruttoria della pratica e non aver escluso dalla partecipazione all’appalto, con un ribasso del 6, 9 per cento, la srl Ecostudio Ambiente di Rasai (specializzata in sicurezza e igiene del lavoro, gestione rifiuti, sistemi di gestione aziendali, igiene alimentare), malgrado non avesse i requisiti. I soci Fent e Cassol erano presenti anche in altre due concorrenti della stessa gara: la Sfera Qualità e Henergya, con la sede legale negli stessi uffici della Ecostudio Ambiente. Il centro decisionale era unico.

A Fent e Cassol è contestato il fatto che, da soci di queste realtà, avrebbero fatto figurare come partecipanti cinque soggetti, come richiesto dalla procedura, ma tre di questi erano riconducibili alla Ecostudio Ambiente: in poche parole, la Ecoricerche e la Nuova Tecnogest erano collegate alla stessa da rapporti di collaborazione. —

G. S.

Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi