Appalto all’Usl 2 «Tre ditte avevano lo stesso indirizzo»

FELTRE. Appalto all’Usl 2: cinque le ditte invitate alla gara per i rifiuti, tre con lo stesso indirizzo. Ecostudio Ambiente ha presentato un’offerta al ribasso rispetto alla base di 70 mila euro per...
gian paolo perona-perona-feltre-finanza negli uffici ulss 2
gian paolo perona-perona-feltre-finanza negli uffici ulss 2

FELTRE. Appalto all’Usl 2: cinque le ditte invitate alla gara per i rifiuti, tre con lo stesso indirizzo. Ecostudio Ambiente ha presentato un’offerta al ribasso rispetto alla base di 70 mila euro per due anni, Sfera Qualità e Henergya, invece, non l’hanno fatto. Se n’era accorto il perito dell’ufficio tecnico dell’ospedale Davide De Bortoli e ne ha avuto una conferma la funzionaria Laura Chiea che ha visto tre buste bianche uguali e scritte a mano. Nessuno dei due ha presentato un esposto: se n’è parlato solo tra colleghi.

Tre le persone finite a processo: il dirigente e responsabile Usl del procedimento Gianbattista Azzoni e i due imprenditori Gabriele Fent e Fabio Cassol. Tutti devono rispondere di turbativa d’asta e Azzoni anche di truffa. Le ditte sembravano cinque, ma tre erano riconducibili a una sola, e due, Ecoricerche e Nuova Tecnogest erano collegate da un rapporto di collaborazione. In tribunale, si stanno sentendo i testimoni dell’accusa. De Bortoli ha aggiunto di aver raccolto i fax delle ditte candidate e compilato una lista come promemoria. Azzoni gli ha detto di invitare soltanto quelle segnate.

Indicate con una crocetta o un pallino, aggiungerà Chiea, che non nasconderà al pubblico ministero Gulli il fatto che il suo dirigente Azzoni si vedeva poco in ufficio, pur non avendo nei suoi confronti alcun motivo di rancore: «Viveva a Salò, in provincia di Brescia e andava avanti e indietro. Si spostava con l’auto della moglie e alcune curiose giustificazioni per i ritardi potevano essere “una bomba in Valsugana”, “la rottura dei pantaloni” o il “cane che stava male e non l’aveva fatto dormire tutta la notte”. Capitava che mi ritrovassi alle riunioni da sola, a volte perché andava direttamente a Venezia, senza passare per Feltre. Il direttore Simoni non ha mai preso provvedimenti, mentre il successore Rasi Caldogno ha minacciato un procedimento disciplinare». Concetti questi ribaditi all’avvocato dell’imputato, Bonardi. Quanto a Fent e Cassol, sono difesi da Licini, mentre l’Usl si è costituita parte civile con Godina. C’erano diversi altri testimoni dell’accusa, ma sono stati acquisiti i verbali. L’udienza del 9 aprile sarà dedicata all’audizione dei dieci testi delle difese. (g.s.)

Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi