Antonucci, Bertoli, Zambotto il ritorno di tre ex primari

. Disponibili a tornare con contratto libero-professionale all’Usl Dolomiti, sono tre ex primari pensionati che hanno lavorato al Santa Maria del Prato. In ordine di quiescenza, si tratta di Francesco Antonucci, già primario di nefrologia e dialisi dagli anni Novanta, di Massimo Bertoli che ne è succeduto alla guida, e di Franco Zambotto, direttore di pneumologia dalla fine degli anni Novanta, subentrato a Floriano Cisno, e pensionato dal primo aprile di quest’anno. I tre professionisti in quiescenza hanno risposto all’avviso pubblico bandito dall’Usl Dolomiti che cerca specialisti in medicina generale.
Particolarmente richiesti erano i nefrologi considerato che dal 17 ottobre Andrea Bandera, direttore di unità operativa a Feltre dal 2015, è stato nominato primario di nefrologia e dialisi al San Martino di Belluno, lasciando un reparto sottodimensionato a fronte di un’attività ambulatoriale intensissima. Il ricorso al conferimento degli incarichi libero-professionali si è reso necessario, per questa come per altre Usl di Veneto e Italia intera, al fine assicurare il regolare espletamento delle attività nelle unità operative di medicina generale delle varie strutture ospedaliere ed evitare di incorrere nel pericolo di interruzione di pubblico servizio, come si evidenzia nella delibera dell’azienda sanitaria. Il numero degli incarichi è stato definito in ragione delle carenze di organico.
Come riscontro all’avviso, sono pervenute quattro domande di partecipazione, di cui tre da parte dei pensionati e una di una giovane dottoressa Ilaria Muller, di origini pisane. Sulla base della valutazione dei curricula, dunque, la commissione ha formulato le graduatorie di medici non ancora in quiescenza e di medici in quiescenza. Analogamente, è stata stilata una graduatoria anche per quanto riguarda gli specializzandi, intanto per il settore chirurgico dove però si è potuta fare un’assunzione a tempo determinato, essendoci il candidato con specializzazione. Non ci fosse stata questa disponibilità, l’Usl avrebbe dovuto attingere alla graduatoria di riserva.
Per la medicina generale, i professionisti con contratto libero-professionale dovranno svolgere la propria attività mediante accessi diurni di 12 ore, dalle 8 alle 20 retribuiti con compensi onnicomprensivo lordo di 600 euro, accessi notturni di 12 ore dalle 20 alle 8 retribuiti con 480 euro e accessi di minore durata, di 4, 6, 8 ore, retribuiti con il compenso di 60 euro all’ora.
Il numero effettivo di accessi/ore mensili sarà concordato in base alle esigenze rilevate dal direttore responsabile dell’unità operativa interessata, in accordo con il direttore medico di ospedale, e alle disponibilità di ogni singolo professionista. Gli incarichi avranno durata di 12 mesi, eventualmente prorogabili, ferma restando la possibilità di conclusione anticipata dei rapporti in caso di assunzione di dirigenti medici nella disciplina di medicina interna in numero sufficiente a garantire le attività assistenziali. –
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