Ansia in aumento, non solo per il lavoro

AGORDO. «Di sicuro c’è un aumento di gente che viene da noi per problemi di ansia legata alla pressione nel luogo di lavoro, ma anche per una insicurezza che viene percepita fuori di esso».
A dirlo è Francesco Matarrese, responsabile del Centro per la salute mentale dell’ospedale di Agordo.
Parole che in parte confermano l’allarme lanciato ieri dai rappresentanti sindacali di Cgil, Cisl e Uil circa lo stress che colpisce i lavoratori di alcuni reparti e uffici dello stabilimento Luxottica di Agordo: «Lavoratori che lavorano con i tranquillanti sul banco di lavoro», «Capireparto che credono di essere piccoli padroni», «I capi sentono pressione su di loro e la riversano sui sottoposti».
Sarà pure campagna elettorale (oggi si chiudono le elezioni per il rinnovo delle Rappresentanze sindacali), ma colpisce sentire che da un’azienda dove la conflittualità sindacale è stata sempre vicina allo zero le tre sigle sindacali all’unisono chiedano più attenzione per i rapporti interpersonali. «I lavoratori – ha detto Paolo Chissalè, storico rappresentante della Cisl – sono diventati i principali clienti dell’Usl».
«Diciamo – spiega il dottor Francesco Matarrese – che a noi si rivolgono persone provenienti da qualunque ambito. È chiaro che molti sono lavoratori Luxottica per il fatto che è l’azienda più grande della zona e che molti cittadini sono suoi dipendenti. Sono qui dal 1994 e ci sono sempre stati pazienti che hanno chiesto il nostro aiuto per questioni legate ad ansia; altri si rivolgono ad altre strutture private. Certo posso dire che questi casi, derivati da una maggiore pressione sul lavoro, sono in aumento. Non so quantificarli perché non abbiamo fatto uno studio».
Gli stessi sindacati hanno messo in luce come i problemi non riguardino tutta la fabbrica, ma solo alcuni reparti o uffici. «Alcuni pazienti – racconta Matarrese – mettono in luce l’eccessiva tensione che si respira nel luogo di lavoro e l’eccessivo carico di lavoro, altri sottolineano invece come l’ansia cresca nei periodi in cui c’è poco lavoro. Poi c’è della sofferenza per alcune categorie di lavoratori: quelli più anziani, per esempio, parlano di ragazzini formatisi a scuola che li comandano. L’azienda ha fatto molto sul piano del welfare e molti lo riconoscono, ma è come se questo a volte sfuggisse».
Il responsabile del Centro salute mentale di Agordo invita infatti a guardare alla crescita dell’ansia come a un prodotto non solo della pressione lavorativa, ma anche del contesto. Lo fa evidenziando sempre la parola “percezione”.
«Notiamo – spiega – che le persone che vengono qui hanno la percezione di una maggiore insicurezza anche fuori del luogo di lavoro che poi si traduce in ansia. C’è la percezione di poter perdere il lavoro o che venga meno una certa organizzazione del lavoro. Non importa che siamo ad Agordo dove c’è piena occupazione. Con i media che continuano a martellare su certe questioni non esistono isole felici, neanche a Davedino (frazione periferica di Livinallongo, ndr) dove vivono in pochissimi».
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