Angiola Tremonti, l'artista e scrittrice con una «scomoda» parentela

Angiola Tremonti
Nel 1800 viveva in Cadore un certo don Titta Tremonti De Andol, grande artista che amava disegnare e colorare a china degli eremiti, amava gli animali e la natura. Era zio di mio nonno. Evidentemente ho preso da lui, sia la vena artistica che la predilezione per gli eremi, gli animali veri e l'arte. Così si presenta sul suo blog Angiola Tremonti (blog.angiolatremonti.com), donna dai tanti interessi, difficile da classificare: pittrice, scultrice, scrittrice, sportiva, psicologa, politica o missionaria? Nata a Sondrio nel 1948, vive e lavora a Cantù. Sposata con un figlio, ha insegnato nella scuola pubblica, è stata istruttore federale di tennis, crocerossina in Burkina Faso e India, docente di detenute ed extracomunitarie. Amica di don Mazzi si è prodigata per i tossicodipendenti e ha sostenuto varie battaglie Unicef. Ma il filo sottile che ha legato tante sue pagine esistenziali è stata sempre l'arte, più volte cercata, poi messa da parte e infine ritrovata. Ha studiato all'Accademia di Brera e ha seguito corsi di affresco, incisione e stampa, avvicinandosi nel 1994 al mondo della scultura e a materiali come creta, cera e marmo. Poi ha prodotto i primi lavori in bronzo, oro e argento, cimentandosi col il filone del gioiello artistico. Conta oltre trenta mostre in Italia e all'estero, tra le quali ricorda come "evento artistico della sua vita" l'esposizione a palazzo Terragni a Como nell'autunno del 2002. In scultura ha inventato il personaggio di Mabilla, una donna che porta in sé il miracolo della fecondazione e della vita. Si tratta di "Donne Albero", opere in resina alte oltre tre metri, che rappresentano un differente sguardo sulla vita e sul mondo, quasi embrioni o germogli protesi verso l'altro, che all'imbrunire diventano ancor più vitali, illuminate dall'interno da una sorgente luminosa. Ora è uscito il suo libro "La valle degli orsi", edito da Bompiani (pagg. 280, euro 12,90), in cui racconta la propria vita, segnata da tanti interessi, passioni, incontri e scontri, anche con la malattia, combattuta e vinta. Una vita in cui il Cadore ha avuto una parte importante e che ancora la ospita spesso per le vacanze a Lozzo. «Il Cadore», afferma, «è una terra che lascio sempre con tanta nostalgia... Mi sento fra gente vera che con una stretta di mano sa mantenere le promesse». Ma è anche una biografia in cui si avverte la presenza un po' troppo ingombrante del fratello Giulio, ministro dell'Economia, più vecchio di 18 mesi, «il Giulietto nazionale», come lo chiama lei. Una parentela che esorcizza subito con una battuta fin dalla quarta di copertina del suo libro: «Tremonti, ma lei è la sorella?», «No, lui è mio fratello». E di un rapporto non facile tra i due parlano alcuni aneddoti da lei evocati sul blog con vero humour, come quello di un quadro regalatogli e poi ritrovato in cantina pronto per essere gettato via, oppure il compleanno poco attraente: «Compie gli anni oggi 18 agosto, ma zitto zitto e con le solite sue lumacose veline avvizzite...». «La parentela con lui mi ha dato più svantaggi che vantaggi», ha dichiarato Angiola qualche anno fa e non stentiamo a credere che la sua esuberanza e fantasia collimino poco con la vis economica e la stessa austerità che connotano l'immagine del fratello. Un rapporto peraltro vivo e presente per tutta la vita, fin da quando i fratelli (sono tre, perché c'è pure Pier Luigi) guardavano estasiati da una finestra in Valtellina il ritorno del bestiame dagli alpeggi. Un'emozione che collega infanzia e maturità e che Angiola ha ritrovato in Cadore: «Mi sono recata a Vallesella dove festeggiavano il ritorno del bestiame, in un grande prato a frutteto con stalla e fattoria. Giornata stupenda, polenta fumante, circa un metro di diametro e poi gente semplice, cordiale. Le galline razzolavano fra noi insieme alle oche, le mucche festeggiavano il rientro e le caprette si strusciavano sotto la gonnella pelosa della mamma succhiando il latte. Evocativo». Ieri sera ha presentato a Cortina, sotto il campanile, la sua installazione illuminante "Bosco incantato", con animazione di Ermanno Stea. Domani, sempre a Cortina, sarà invece presentato da Ennio Rossignoli il libro della Tremonti "La valle degli orsi" presso l'Hotel Savoia, dove numerose sculture dell'artista resteranno esposte per tutta l'estate. Ulteriori presentazioni si terranno a Pieve di Cadore il 1º agosto, ad Auronzo il 2 agosto e a Lorenzago il 14 agosto. (w.m. - g.d.d.)
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