Anas scarica sul Comune «Mai saputo di problemi»

De Cesbron deve rispondere di omicidio colposo per morte di Martina Bonavera «Noi ci occupiamo dei veicoli. Il Comitato di Salce non ci ha contattato»

BELLUNO. Anas si occupa di veicoli. Pedoni e biciclette sono di competenza del Comune di Belluno sulle strade extraurbane del centro abitato. Nel processo per omicidio colposo per la morte della 13enne studentessa Martina Bonavera sulla statale 50, in tribunale ha parlato l’imputato Ettore De Cesbron de la Grannelais, mentre il coimputato Eutimio Muccilli non si è presentato e potrà fare dichiarazioni spontanee nell’ultima udienza del 5 luglio. In quella data il giudice Feletto ascolterà anche Lucio Zollet dello studio d’ingegneria omonimo, per verificare se abbia ricevuto o no un incarico dall’Anas per la tratta tra le località di Salce e via Prade.

De Cesbron de la Grannelais è accusato (in concorso) di non aver fatto abbastanza per garantire la sicurezza su quel tratto di statale, in particolare al chilometro 11+400, all’altezza del bivio per Giamosa, dove la mattina del 9 marzo 2013 la ragazza è stata investita da un camioncino Fiat Ducato guidato da Luciano Possamai (un anno e sei mesi in primo grado e sei mesi in appello): «Non avevo mai saputo di problemi relativi a questa strada», ha detto il dirigente dell’Anas che adesso lavora in Sicilia, «e non mi erano mai arrivate note da parte del Comitato cittadini di Salce. Dopo l’incidente, non c’è stato alcun comunicato di Anas e nessuna scusa da parte mia, come ho letto sulla stampa».

L’8 marzo 2013 «il giorno prima del sinistro mortale era arrivata una nota dal Comune di Belluno con un progetto di sistemazione tra Marisiga e Salce, che prevedeva una corsia di canalizzazione per la svolta a sinistra in via Giamosa e una rotatoria nella zona di via Salce. Anas aveva dato un parere di massima favorevole. Dopo l’evento, lo stesso Comune ha presentato un altro progetto sull’incrocio di Giamosa, oltre alla richiesta di abbassare il limite di velocità da 70 e 50 chilometri orari. L’intervento sarà finanziato dalla stessa amministrazione comunale». Si tratta dell’attuale camminamento interno con la passerella metallica finale che porta all’attraversamento pedonale.

Nel gennaio 2008, Anas aveva sistemato il guard rail di fronte alla fermata del bus che Martina Bonavera avrebbe dovuto prendere, per andare alla scuola media Ricci, come ogni mattina: «Ce n’era bisogno. La zona è in curva ed esiste il pericolo di svio degli autoveicoli», ha detto ieri De Cesbron de la Grannelais, «c’è anche l’ostacolo del capitello e, più in là, ci sono delle case, oltre alla scarpata. La curvatura finale della struttura è dovuta alla necessità che, in caso d’incidente, la lama non penetri nell’abitacolo dell’autoveicolo».

Certo, è sempre il Comune o il privato a chiedere all’Anas la realizzazione di interventi. Era successo anche per lo spostamento della stessa area per le corriere: «È stata autorizzata dalla sezione staccata Anas di Belluno, una delle due province italiane (l’altra è Sondrio) ad avere questo tipo di organizzazione periferica. I lavori sono stati portati a termine, anche se dalla parte opposta della carreggiata in cui è avvenuto l’investimento».



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