Ambulatorio troppo costoso Usl riduce l’affitto alla pediatra

val di zoldo
Favorire l’insediamento dei medici di base e delle cure primarie nel territorio montano non solo offrendo loro un compenso aggiuntivo per il disagio, ma anche abbassando gli affitti degli ambulatori. È questo il motivo che ha spinto l’Usl Dolomiti ad abbassare l’affitto alla pediatra per la concessione in comodato d’uso dell’ambulatorio in Val di Zoldo, da 1.200 a 250 euro all’anno.
Sono piccoli passi che vanno nella direzione di fidelizzare i medici nel Bellunese, per evitare che alcune aree, come appunto quella zoldana restino ancora una volta sguarnite di un presidio medico.
La pediatra Silvia Zoppi, infatti, dal settembre dello scorso anno è stata inserita nell’elenco dei pediatri di libera scelta convenzionati con l’Usl 1 per i comuni di Longarone, Ospitale di Cadore, Val di Zoldo e Zoppè di Cadore, con il vincolo di aprire un ambulatorio nel comune di Longarone e uno in Val di Zoldo. Inoltre, nel febbraio di quest’anno alla dottoressa è stato concesso l’uso dell’ambulatorio medico presente nell’immobile del comune di Val di Zoldo, in via Roma al civico 15, laddove è organizzato il distretto sanitario. Fin qui tutto bene se non fosse che l’Usl si è accorta che l’affitto richiesto era un po’ troppo elevato e che c’era il reale rischio di perdere la pediatra.
Lo schema di contratto di concessione dell’ambulatorio prevedeva, infatti, oltre alla durata dal primo settembre 2017 al 31 gennaio 2020 anche un canone annuale di 1.200 euro. Una somma calcolata tenendo conto sia dell’uso non esclusivo e limitato dello spazio adibito ad ambulatorio per due mezze giornate nell’arco della settimana, oltreché della sala d’attesa e dei servizi igienici, e delle spese di gestione. Ma alla fine di luglio, la pediatra ha evidenziato «le difficoltà nel sostenere i costi di locazione nel comune di Longarone e di concessione a Val di Zoldo per l’utilizzo dei due ambulatori, anche in considerazione dell’esiguo numero di assistiti, in quantità inferiore rispetto a quanto inizialmente prospettato», dice l’azienda sanitaria. Che ha deciso, quindi, di venirle incontro.
«Il territorio in cui operiamo è per lo più montano e necessita di modelli organizzativi e operativi integrati e flessibili, che rispondano alle esigenze della comunità di riferimento, riconoscendo le specificità del contesto socio territoriale montano. L’articolazione distrettuale», dicono dalla direzione generale, «mira al perseguimento dell’integrazione tra le diverse strutture sanitarie presenti sul territorio così da assicurare una risposta coordinata e continua ai bisogni della popolazione. Per assicurare, quindi, la presenza e la continuità dei medici convenzionati, specie dei medici di medicina generale e dei pediatri di libera scelta, in alcuni ambiti, è necessario favorirne l’insediamento, mettendo loro a disposizione locali in immobili destinati ad attività distrettuali per svolgere l’attività ambulatoriale a favore degli assistiti».
Quindi, tenuto conto delle difficoltà della pediatra, e per evitare di perdere la professionista, l’Usl ha deciso di abbassare il canone di concessione a 250 euro all’anno. Infatti, da anni, le zone del Longaronese-Zoldano erano prive di pediatra, tanto che i bambini fino ai 6 anni venivano portati a Belluno o dal medico a pagamento, mentre dai 6 anni in su finiva dal medico di famiglia così come consentito dalla legge. Ora questo trend potrebbe essere invertito grazie alla presenza continua della pediatra. —
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