Alpiniadi, a Falcade l’invasione di 1200 penne nere

FALCADE. Milleduecento penne nere, stelle nel cielo, orgoglio alpino che straripava dalle voci e dagli sguardi di “quelli della montagna”, il fuoco sacro delle “Olimpiadi” che si accendeva nel buio,...
A Falcade l'innaugurazione della prima edizione delle Alpiniadi. Silvio Valt con la fiaccola
A Falcade l'innaugurazione della prima edizione delle Alpiniadi. Silvio Valt con la fiaccola

FALCADE. Milleduecento penne nere, stelle nel cielo, orgoglio alpino che straripava dalle voci e dagli sguardi di “quelli della montagna”, il fuoco sacro delle “Olimpiadi” che si accendeva nel buio, tra le bandiere issate, mentre suonava l’inno di Mameli a ricordare che tutti siamo “fratelli” e che prima della competizione viene l’amicizia e la solidarietà. Questa l’atmosfera che si respirava durante la cerimonia di inaugurazione delle Alpiniadi, i campionati italiani dell’Ana. Gli atleti hanno “sfilato” dal municipio di Falcade fino a raggiungere gli impianti sportivi.

La cerimonia di inaugurazione si è aperta con gli onori al labaro nazionale degli alpini e al gonfalone del Comune di Agordo, seguiti dall’alzabandiera che ha visto issarsi il vessillo ufficiale delle Alpiniadi, le bandiere dell’Unione Europea, della Slovenia (presente con una delegazione), della Regione Veneto e dell’Italia. Arrigo Cadore, presidente della sezione Ana di Belluno, ha salutato con emozione tutti i presenti ribadendo l’importanza dello “spirito olimpico”, fatto, prima di tutto, di amicizia e fratellanza. Stefano Murer, sindaco di Falcade, ha poi colto l’occasione per ringraziare tutti gli alpini. «Il vostro cuore è fatto di volontariato», ha detto, «grazie per quello che fate». Anche il prefetto Maria Laura Simonetti ha sottolineato l’importanza civile degli alpini. «Questo posto è l’emblema delle montagne», ha affermato, «qui gli alpini “tornano a casa”, dove sono nati. Sono orgogliosa di tutto questo: lo spirito, fatto di solidarietà, che hanno gli alpini, li rende vincitori ovunque vadano. Sono un patrimonio prezioso per tutta l’Italia».

«Ci siamo tutti», ha poi aggiunto Corrado Perona, presidente nazionale dell’Ana, salutando i “suoi”, «non potevano esserci Alpiniadi senza i nostri alpini in armi e quelli in congedo: la famiglia, dunque, è al completo. Idealmente, il cappello alpino, qui, lo portiamo tutti, perché siamo gente di montagna, schietta, sincera, pronta al sacrificio: la nostra gioventù ha bisogno di linfa sincera e la montagna ne è portatrice. Stasera vedere questo record di presenze è per me già un grande risultato». E’ toccato poi a Silvio Valt, atleta che ha impersonato la storia sportiva di Falcade, l’onore di fare da tedoforo, poi Ivo Andric ha letto il giuramento dell’atleta.

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