Allevatore rinvia lo sfalcio e il Comune macina l’erba

FALCADE. «Non bastava il maltempo, anche Comune e Unione montana hanno fatto la loro parte». Leo Crepaz è un allevatore di Falcade. Da 25 anni taglia l'erba su una parte della Piana. Il fieno raccolto gli serve per dare da mangiare durante l'inverno alle sue 15 mucche. Quest'anno, però, a lui, come a molti altri allevatori e agricoltori della zona, il meteo ha voltato le spalle. Da più parti il primo taglio deve ancora essere compiuto. D'altronde segare l'erba e poi non poterla raccogliere o farlo quando ormai è marcia diventa un problema.
Se al tempo non si comanda, Crepaz sperava almeno di poter avere dalla sua gli uomini. Ma a suo giudizio così non è stato, perché nei giorni scorsi il Comune ha incaricato il personale dell'Unione montana di procedere alla macinazione dell'erba cresciuta sui prati della Piana. «Il 13 giugno», spiega Crepaz, «hanno emesso un'ordinanza in cui prescrivevano il primo taglio entro il 25 giugno. Siamo arrivati a fine luglio e la piana non era ancora stata falciata. Ma come facevamo? Ha fatto sì e no 4-5 giorni continui di bel tempo. A metà giugno sono andato a tagliare l'erba a Caviola, perché lì era un po' più avanti. Il vicesindaco voleva che andassi a Falcade, perché a loro interessa solo la Piana, non Caviola e le frazioni. Ma decido io le priorità».
Se lui decide le priorità, il Comune, però, decide i tempi. Il 18 luglio, infatti, il sindaco Michele Costa firma una nuova ordinanza con la quale fissa in modo perentorio al 23 luglio il termine ultimo per il primo taglio e alla fine dell'estate per il secondo. Fra le motivazioni ci sono il danno arrecato all'immagine del paese turistico e il pericolo per la salute pubblica in quanto l'erba alta diventerebbe l'habitat naturale per insetti, vipere e zecche.
«In 25 anni non ho mai visto una vipera», ribatte Crepaz, lui sì inviperito, «nei giorni scorsi sono andato in Val di Fassa, a Brunico, a San Cassiano, in Val Badia. Anche lì sono disperati, ma l'erba è ancora da tagliare. Qui invece hanno deciso di macinarla e di buttarla via: i primi giorni della settimana scorsa sono venuti gli operatori dell'Unione montana: uno tagliava, uno faceva le strisce e l'altro portava via. Ma dove va a finire quest'erba? Intendo andare a fondo e vederci chiaro».
Di sicuro non finirà nel fienile di Leo Crepaz che per il prossimo inverno dovrà acquistare più fieno del solito. «Ho già contattato un'azienda di Forlì», dice, «per fortuna quest'anno costa un po' meno».
A proposito di costi, Crepaz ha voluto sapere quanto spende il Comune per il servizio di sfalcio. «Proprio oggi», dice, «mi hanno comunicato che per il taglio delle scarpate nel 2013 hanno speso 10.667 euro. Quest'anno le spese aumenteranno perché hanno macinato anche quello che tagliavo io. Ecco: questi sono soldi buttati via, assieme al fieno che non riuscirò a mettere nel tabià».
Gianni Santomaso
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