Allarme, a rischio i giochi studenteschi

BELLUNO. Se dovessero essere eliminati gli uffici di coordinamento delle attività sportive scolastiche allocati negli Uffici scolastici territoriali, allora anche un progetto importante come i giochi sportivi studenteschi, così come altre attività, sarebbero a rischio.
A spiegarlo è Claudio Dalla Palma, coordinatore di educazione fisica e sportiva all’Ust bellunese. Il problema è presto chiaro: il Miur ha tagliato i fondi per le attività scolastiche sportive e la legge di stabilità prevederebbe l’eliminazione dal 1° settembre di quest’anno degli uffici di coordinamento delle attività stesse. «Le ultime notizie pervenuteci sono queste, risalenti ormai a qualche mese fa», spiega Dalla Palma. «Se altre novità dovessero esserci, saranno inserite nel documento “La buona scuola”, ora in discussione al Parlamento. Ovviamente le criticità riguardano non solo le attività scolastiche sportive ma, come noto, gli Uffici scolastici territoriali nel loro complesso».
Sul fronte dello sport in senso stretto, come si diceva, le iniziative portate avanti ogni anno dal coordinamento preposto all’Ust di Belluno sono numerose: oltre ai giochi studenteschi, progetti mirati a far conoscere e diffondere i valori dello sport e per l’integrazione quest’ultimo con la cultura, campeggi estivi, attività promozionali. «Le risorse che il Ministero dell’istruzione metteva a disposizione per questi progetti sono andate negli anni scemando», prosegue Dalla Palma. «Non dimentichiamo che a livello provinciale i giochi studenteschi coinvolgono 17-18 discipline sportive e arriviamo a toccare 10 mila presenze gara. Percentualmente, Belluno è la provincia del Veneto che svolge più attività in questo senso».
Se mancano le risorse, crescono anche le difficoltà. «Per la nostra realtà la voce più grossa della spesa è quella dei trasporti», dice ancora il coordinatore. «Un problema grosso, anche dal punto di vista dell’equità: pensiamo ai ragazzi che devono arrivare dalle zone della parte più alta del nostro territorio». Insomma, poche risorse e norme non adeguate: la conseguenza è che i giochi studenteschi e le altre attività sono a rischio. «Se non sarà più l’Ufficio scolastico a coordinare le iniziative, allora povrebbero farlo le singole scuole», commenta Dalla Palma, «ma di sicuro i progetti andrebbero a perdere la rilevanza e la portata che hanno in questo momento. A scapito di una filosofia che fino a questo momento era stata predominante: quella che mira a incentivare lo sport e a garantirne l’avviamento in modo gratuito a tutti i ragazzi». Intanto l’auspicio è che si concluda presto la discussione in Parlamento del ddl “La buona scuola” e che ne escano modifiche e integrazioni positive. «L’approvazione in tempi brevi è importante», chiosa Dalla Palma, «soprattutto perché le scuole devono iniziare la programmazione e non possono più aspettare».
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