Allam: «Non esiste un Islam moderato»

BELLUNO. Belluno accoglie e acclama Magdi Cristiano Allam. Al Centro Giovanni XXIII, in un teatro gremito e blindato, il giornalista ha presentato la sua ultima fatica, “Islam siamo in guerra”, in cui propone una sua rilettura dei fatti tragici rivendicati dal terrorismo di matrice islamista. Presente anche il senatore Giovanni Piccoli, che ha introdotto l’ incontro.
«Siamo qui per evidenziare come sia necessaria una svolta nel dibattito pubblico, che cerchi di spiegare non solo le cause e gli effetti del rapporto tra cultura occidentale ed Islam, ma che tenga anche conto di quali siano le motivazione che il nostro avversario ha per agire in quel modo». Il senatore ha rivolto ad Allam una serie di domande fatte da alcuni cittadini nel suo sito personale, arrivando poi a condannare anche i recenti fatti avvenuti durante la visita del presidente iraniano Hassan Rouhani a Roma: «Credo che ci sia una sudditanza culturale in atto contro i simboli cristiani, come dimostra anche la copertura delle statue romane durante il tour presidenziale. Noi conosciamo solo i fatti più cruenti senza dimenticare che il Medio Oriente vive una guerra continua».
Le oltre trecento persone presenti hanno ascoltato le tesi di Allam, ex vice direttore del Corriere della Sera che è partito ricordando i fatti di Parigi del 13 novembre: «Il titolo del mio libro non è altro che la citazione testuale di quanto disse il presidente francese Hollande all’indomani delle stragi dell’autunno scorso; lo stesso hanno detto sia il capo del Pentagono americano, sia Papa Francesco quando ha parlato di “Terza Guerra Mondiale”».
Questa guerra, secondo l’autore, ha però una sua specificità che la contraddistingue da quelle precedenti: «Nel conflitto attuale, il nemico è dentro di noi: non esistono delle linee chiare di demarcazione, ma ci sono cittadini europei che uccidono altri cittadini europei, pianificando attacchi grazie a micro-cellule molto organizzate. Proprio questa frammentazione rende difficile la repressione».
L’europarlamentare ha ricordato anche le persecuzioni di Daesh contro i cristiani d’Oriente: «Quello in atto nei paesi controllati dall’Isis è un vero e proprio genocidio contro i cristiani, che deve assolutamente essere fermato. Liberiamoci dal senso di autocolpevolezza che ci affligge: non dobbiamo chiederci perché questi si facciano saltare in aria, ma impegnarci a sconfiggere il nemico».
Allam è tornato anche sul tema della sua conversione, spiegando come la ricerca di un Islam “moderato” in realtà non sia che una perdita di tempo: «Per 56 anni sono stato musulmano, e ho creduto fortemente alla possibilità che esistesse una via diversa al terrorismo. Poi però, dopo aver ricevuto minacce di morte per queste mie posizioni, ho incominciato ad interrogarmi e ad approfondire: la mia conclusione è che ci sia un legame indissolubile tra le leggi islamiche, le prescrizioni di Allah e il terrorismo. L’unico modo è anteporre ragione e cuore alle parole di Allah, andando però contro i suoi dettami».
Quale soluzione, quindi, per far fronte al terrorismo islamista? «Se le persone possono essere moderate, altrettanto non posso dire dell’Islam. La nostra missione, come cristiani ed europei, deve essere quella di salvaguardare le leggi laiche dello Stato, le regole base della convivenza e i fondamenti della nostra cultura». L’autore, dopo aver risposto alle domande della platea, ha poi concluso facendo riferimento alla pericolosità che il fenomeno dell’immigrazione clandestina può portare («Siamo l’unico Stato in cui la clandestinità non è più un reato»), criticando sia le scelte del Governo ma anche l’atteggiamento che la Chiesa ha, rispetto all’accoglienza e all’integrazione dei migranti.
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