Albergatori in dubbio «Differenze culturali»

COMELICO SUPERIORE. C’è chi non ne vuole sapere e chi non ne sa nulla. La campagna “elettorale” del comitato referendario per il passaggio di Comelico Superiore all’Alto Adige è appena iniziata e l’ar...

COMELICO SUPERIORE. C’è chi non ne vuole sapere e chi non ne sa nulla. La campagna “elettorale” del comitato referendario per il passaggio di Comelico Superiore all’Alto Adige è appena iniziata e l’argomento non sembra essere ancora all’ordine del giorno nel dibattito pubblico.

«Referendum? Non ne so nulla, non ho ancora un’opinione» risponde più di qualche esercente della zona. Una di loro è Lara Sacco, del panificio-pasticceria Proila, che risponde: «Devo ancora farmi un’idea». «Qualcuno è favorevole, altri sono contrari» spiega Ivana De Lorenzo del bar Miravalle, «molti però non hanno ancora un’opinione definita». «Io sono completamente contrario» spiega Lucas Festini Cromer del bar Alpi, «rispetto all’Alto Adige qui c’è una mentalità diversa, si parla pure un’altra lingua. Certo, ci sarebbero alcuni vantaggi ma ci sono delle differenze culturali».

Anche chi gestisce una struttura alberghiera non sembra entusiasta all’idea di passare con l’Alto Adige. Danilo Bramezza dell’hotel Bellavista a Dosoledo si dice contrario. «I motivi sono semplici» spiega, «il primo è che loro non ci vogliono. Fa comodo che la situazione rimanga così e che Comelico Superiore dipenda da loro come forza lavoro. È vero che siamo stati completamente dimenticati, l’ho detto anche recentemente in pubblico, ma con questo referendum non credo che andremo tanto lontano. Con l’Alto Adige siamo divisi da un passo, è una questione geografica».

È scettica anche Federica Mario, titolare dell’hotel La Torre a Padola. «Come il nostro sindaco, io sono a favore del restare in provincia di Belluno» spiega, «ma capisco le esigenze della gente, basta pensare alla settimana di inferno che abbiamo passato con il black-out. Le cose dovrebbero cambiare, vorremmo più garanzie ed agevolazioni. Alla Provincia do un’ultima chance». (v.v.)

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