Al Corlo l’acqua cala e i turisti latitano

Contraddizioni di stagione. Nel momento in cui l'offerta turistica che si affaccia sul Corlo potrebbe decollare per raggiungere il suo picco più alto, ovvero nella settimana di Ferragosto, il livello del lago comincia la sua inesorabile discesa verso il basso, per colpa dei contratti stipulati fra il Comune e l'Enel all'epoca della costruzione della diga (1954), delle leggi regionali che impongono di rispettare il deflusso minimo vitale fissato per i fiumi di pianura, e delle convenzioni stabilite con i consorzi di bonifica (Arsiè è legata al pedemontano Brenta). Al momento il lago è sceso di oltre 3 metri nel giro di una decina di giorni, ed è prevedibile che scenderà di altrettanti metri entro la fine del mese. Non è stato ancora fissato un limite ai prelievi di acqua da parte della pianura, come era stato proposto a inizio maggio alla Regione Veneto. Con il progetto del parco acquatico in rampa di lancio, ma non ancora al sicuro a causa degli inceppi del fondo Brancher, lo specchio d’acqua è il bene più prezioso per richiamare i turisti.
Quest'anno anche la crisi economica ha contribuito a rovinare l'annata turistica arsedese, lasciando i campeggi semi vuoti e i bar poco frequentati. Al camping Gajole mancano soprattutto gli italiani: «Se non ci fossero gli olandesi, avrei cambiato lavoro da un pezzo», afferma Daniela Turra, che gestisce il campeggio assieme alla sorella Doris. «Manca un po' di apertura mentale: alcuni esercenti dovrebbero capire che siamo in Europa, e che non possono portarmi volantini di iniziative a manifestazioni scritti solo in italiano. Bisognerebbe aprire un po' le vedute e capire che anche queste cose darebbero una mano a noi e al turismo del lago».
A fermarsi al Gajole sono soprattutto famiglie o coppie, senza limiti di età: «Il Feltrino è un territorio frequentato molto da sportivi, soprattutto ciclisti e paracadutisti. Bisognerebbe incrociare l'offerta turistica per poter affrontare situazioni come questa».
Roberto Grando e Davide Zucco hanno preso in gestione La Stua da Pasqua, e per il momento sono contenti di come sta andando la stagione: «Durante i fine settimana abbiamo un buon giro», racconta Zucco da dietro al banco del bike bar, «di bici non ne stiamo noleggiando molte, però ai nostri colleghi della Valsugana sta andando peggio, visto che hanno avuto un calo drastico delle domande». Le accortezze da prendere non sono mai abbastanza: «Non mancano i turisti che si fermano alla Campagnola e abbandonano sacchetti di rifiuti in giro», nonostante l'area verde sia stata dotata da qualche settimana di appositi contenitori per il conferimento dei rifiuti.
Laura Farronnato dell'albergo Parigi, come in altre occasioni, preferisce soffermarsi solo sugli aspetti positivi: «Siamo molto contente di come sta andando l'estate. Abbiamo molte camere prenotate e con la nuova chef stiamo rilanciando anche il ristorante». In assenza di pizzerie funzionanti attorno al lago, il Parigi è l'unica alternativa rimasta per gustare un buon piatto sfuggendo alla calura.
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