Al Caffè Tiziano le foto sulla storia del mulino di Nebbiù

PIEVE DI CADORE. L’antico mulino di Nebbiù rivive nelle foto di Fabio Baggio, che saranno in mostra al Gran Caffè Tiziano a Pieve di Cadore da venerdì. «Un tempo», racconta, «lungo il Rusecco di...
PIEVE DI CADORE. L’antico mulino di Nebbiù rivive nelle foto di Fabio Baggio, che saranno in mostra al Gran Caffè Tiziano a Pieve di Cadore da venerdì. «Un tempo», racconta, «lungo il Rusecco di Nebbiù c’erano cinque mulini. Ne è rimasto uno». Appartiene alla Regola di Nebbiù che lo ha acquistato e vuole ristrutturarlo e metterlo a servizio dell’agricoltura cadorina.


Allo scopo di richiamare l’attenzione sul mulino e sul progetto di rivitalizzazione la Regola di Nebbiù, in collaborazione con la Magnifica Comunità di Cadore, ha organizzato una mostra fotografica per svelare i segreti e le curiosità del mulino. Le foto sono di Fabio Baggio e la mostra, allestita all’interno del Gran Caffè Tiziano a Pieve di Cadore, sarà inaugurata venerdì alle 17.30.


Il mulino è il più “giovane” tra quelli che esistevano a Nebbiù. È stato costruito nel 1893 e oltre ai settori preposti alle macine comprendeva un reparto segheria che funzionava con il sistema “alla venziana” cioè con sega verticale.


L’opificio, nel suo insieme, è considerato ancora a tutt’oggi all’avanguardia per quanto riguarda gli impianti tecnologici che funzionavano con la forza dell’acqua, ma non attraverso la classica ruota, bensì grazie ad una più moderna turbina che era chiusa, meno ingombrante e anche di più facile manutenzione. La sua alimentazione avveniva grazie ad una vasca ricavata ai margini del bosco che si riempiva con l’acqua del torrente Rusecco.


Quest’acqua, attraverso una conduttura che arrivava proprio sopra il mulino, scaricava il suo liquido nella moderna turbina che si trovava oltre 10 metri più in basso, azionando così sia le mole del mulino che la segheria. L’"interruttore" era costituito da un filo di ferro che si azionava a mano quando serviva.


Il mulino è stato oggetto di studio anche per gli studenti delle terze classi della scuola media “Pietro Fortunato Calvi” di Pieve di Cadore, che insieme ai loro docenti hanno realizzato il progetto del Fondo Ambiente Italiano “Guarda come Fai”, con il quale è stato proposto alle classi di affrontare il tema della relazione tra i luoghi del lavoro e del tempo libero con il paesaggio.


Sono stati presi in considerazione le sedi delle attività produttive e commerciali e gli spazi di incontro e di svago. Il sito del mulino è stato scelto per la sua particolare valenza antropologica e storico culturale.


Con le sue foto, Fabio Baggio ha radiografato l’intero complesso fin nei minimi particolari facendo emergere una curiosa ed articolata macchina fatta di ingranaggi, leve e selezionatori, tramoggi e vagli. Un mondo affascinante che la Regola di Nebbiù propone oggi in foto, sperando di poterlo rendere nuovamente operativo attraverso il restauro che consentirà il ripristino del suo vecchio mulino.


La mostra fotografica al Gran Caffè Tiziano resterà aperta fino a domenica prossima, 10 dicembre.


Vittore Doro


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