Agnello dell’Alpago, cresce la domanda

Soddisfatto Franco Pianon, presidente Fardjma: «Mercato in aumento nonostante il rincaro dell’Iva e della macellazione»
Di Francesco Dal Mas

TAMBRE. Nonostante la crisi dei consumi, e gli orsi che imperversano nella conca, l’agnello dell’Alpago tiene botta. Anzi, la domanda aumenta: addirittura del 10%. Lo ha constatato, ovviamente con soddisfazione, la cooperativa Fardjma, presieduta da Franco Pianon, che è composta di 22 soci e alleva 2200 pecore razza alpagota.

Circa 800 gli agnelli posti ogni anno sul mercato. La domanda è in crescita esponenziale soprattutto da parte delle macellerie e dei ristoranti di qualità, da Venezia a Cortina, dove un chilo d’agnello alpagota lo si trova anche intorno ai 25 euro al chilo, mentre all’ingresso della Val Salatis e ai piedi del monte Guslon non costa neppure 13 euro, precisamente 12,50 euro al chilo. La concorrenza arriva dall’agnello ungherese, reperibile a 8,50 euro e da quello sardo, a circa 15 euro. «Siamo soddisfatti – ammette Pianon – perché il mercato non solo tiene, ma è in aumento, nonostante il prezzo sia lievitato di 50 centesimo il chilo, a seguito dell’Iva e del rincaro dei costi di macellazione».

E a proposito di macelli, Fardjma sta facendo pressing sui sindaci dell’Alpago perché riescano a mettersi d’accordo sulla realizzazione di un macello per ovini, in modo da diminuire il costo dei trasporti.

Oggi, infatti, l’agnello della Fardjma viene lavorato da un’apposita struttura di Cordenons, vicino a Pordenone.

Ulteriore motivo di soddisfazione, è l’accresciuta qualità della carne. E nonostante che il 2014 sia stato, al riguardo, un anno di scarsa quantità e pure di scarsa qualità dell’erba di montagna, a seguito delle numerose precipitazioni.

«Ma noi, quassù, abbiamo cercato di garantire il meglio», conferma il presidente Franco Pianon.

Paolo Casagrande, pure lui allevatore di ovini e socio della Fardima, si dice particolarmente fiducioso per il fatto che il mercato di Venezia e di Cortina, ampliato a Pordenone, si sta sviluppando nella gamma alta della ristorazione e, di conseguenza, assicura un futuro certo al settore, «per cui possiamo permetterci ulteriori investimenti per accrescere la qualità».

L’azione di marketing della cooperativa, tra l’altro, è puntualmente rivolta alla ricerca di punti di ristorazione sempre più qualificati, come, ad esempio, la cucina di Vissani a Cortina. Peccato, soltanto, che a disturbare le greggi ci siano gli orsi.

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