Addio al Consorzio agrario: la Destra Piave perde un punto di riferimento

Gli storici gestori hanno lasciato il negozio di Santa Giustina e la direzione aziendale ha scelto di puntare sulle sedi di Feltre e Belluno e su quella di Mel

SANTA GIUSTINA

L’insegna non c’è più, le luci sono spente, il parcheggio desolatamente vuoto. La crisi del commercio e il cambio delle abitudini dei cittadini hanno colpito anche il punto vendita di Santa Giustina del Consorzio agrario.

Chiusura definitiva, come si poteva già intuire leggendo il foglio affisso sulla porta di vetro dello stabile: «Desidero ringraziare tutte le persone che in questi anni hanno contribuito a svolgere serenamente questa attività. Un sincero grazie e i migliori auguri per il futuro». Firmato Sergio Giazzon e Susi Tamburlin.

Senza i due storici gestori, l’attività commerciale del Consorzio a Santa è cessata ufficialmente. Nessuna possibile riapertura tra qualche mese, zero ricerche di eventuali nuovi titolari. La linea del Consorzio agrario di Treviso e Belluno appare chiara. Si punta forte sulle sedi di Belluno e Feltre. Resta aperto anche il negozio di Mel, di fatto unico presidio a metà strada in Valbelluna.

Di certo per gli usufruitori del presidio in Destra Piave si tratta di un duro colpo. «La decisione del consiglio d’amministrazione è questa», spiega Devid Baruffolo, che si occupa dell’area di Belluno per il Consorzio. «Dispiace veder abbassate le serrande di un’agenzia storica, presente sul territorio da vari decenni. Chiaramente alla base esistono delle logiche di mercato e la volontà della direzione è quella di dare ancor più importanza alle due sedi di Belluno e Feltre».

In molti contestano la decisione del Consorzio, considerando che non tutti i clienti abituali possono prendere una macchina e fare un certo tipo di chilometraggio ogni volta. Ma chi gestisce il consorzio trevigiano – bellunese ha dei dati sottomano ed evidentemente non sussistevano più le condizioni necessarie per tenere aperto. «Dappertutto, in qualsiasi ambito, si tende a valorizzare le sedi più grandi. Se ne vanno da Santa Giustina due persone a cui rivolgiamo il nostro sentito grazie, avendo gestito nel miglior modo possibile la sede. Ora non potevano più seguire il punto vendita e sostituirle rappresentava un problema».

Baruffolo sottolinea la tipologia di prodotti venduti in un consorzio agrario, agganciandosi alla successiva e personale considerazione: «Ormai il consorzio non è più quel luogo dove una volta si acquistavano solo le sementi agricole. Con il tempo si è introdotto il giardinaggio, l’hobbistica, la manutenzione della casa, oltre alla vendita di legna, pellet, senza contare olio, vino e molto altro. Secondo me sarebbe rischioso affidare la gestione di un negozio del genere a personale magari non adeguatamente preparato. I clienti di un consorzio cercano consigli specifici, tecnici. Non tutti possono darli, è evidente».

Dunque restano tre i punti vendita aperti nel Bellunese. Ma il colpo per Santa Giustina non può essere indolore «Stiamo svuotando il negozio in questi giorni e in molti si fermano, restando increduli di fronte alla chiusura. Detto ciò, a pochi chilometri di distanza possono trovare una vasta gamma di scelta. Comprendiamo comunque il dispiacere, naturalmente». —


 

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