Accoglienza migranti, pronti cento posti. Centri a Lamon, Tai, Sedico e Trichiana

Si attende il via libera dal ministero. I sindaci chiedono al prefetto regole chiare, al lavoro sulla convenzione semplificata

Paola Dall'Anese
Migranti che attendono di essere destinati ad altre località per l’accoglienza
Migranti che attendono di essere destinati ad altre località per l’accoglienza

Quattro centri di accoglienza pronti a partire non appena arriverà il via libera dal ministero con un centinaio di posti a disposizione, un nuovo accordo semplificato per i comuni con soltanto pochi servizi da garantire ai migranti. È quanto ha assicurato il prefetto di Belluno giovedì mattina incontrando i primi cittadini del territorio per fare il punto sull’accoglienza dei profughi in provincia.

Centri accoglienza straordinaria

Oltre al centro di accoglienza straordinaria (Cas) diffuso gestito dalla coop Sviluppo& Lavoro di Alpago che gestirà trenta alloggi tra Sedico e Trichiana, in base al capitolato previsto dalla Prefettura nel suo bando vinto appunto da questa cooperativa, ce ne saranno altri due. Uno sarà ubicato a Tai di Cadore all’interno dell’ex colonia del Patriarcato di Venezia che potrà ospitare fino ad un massimo di 50 persone e l’altro sorgerà a Lamon negli spazi dell’ex asilo che consentirà di accogliere fino a 25 migranti.

Un centinaio di posti, quindi, si potrebbero rendere disponibili entro la fine di giugno come ha annunciato il prefetto giovedì ai primi cittadini: si attende il via libera del ministero competente. E d’altra parte dallo scoppio dell’emergenza umanitaria da palazzo dei Rettori erano arrivati spesso degli appelli alla società civile, ai proprietari edilizi e alle cooperative affinché si riuscisse ad avere a disposizione, oltre ai posti già esistenti, almeno un altro centinaio.

E a quanto pare i conti sembrano andare in questa direzione. Si dovrà capire, dopo l’ok ministeriale, se l’ex colonia cadorina e l’ex asilo lamonese potranno essere utilizzati immediatamente o necessiteranno di alcuni interventi di sistemazione.

La loro disponibilità entro l’inizio dell’estate potrebbe essere una vera ancora di salvezza anche per i sindaci, visto che, secondo le previsioni, con l’arrivo dell’estate sono attesi degli sbarchi di massa sulle coste italiane con conseguente distribuzione anche nel territorio bellunese di profughi.

I sindaci chiedono regole chiare

I molti sindaci presenti al vertice hanno ribadito al prefetto la loro disponibilità all’accoglienza ma hanno chiesto regole chiare. «Abbiamo chiesto un vademecum chiaro con tutte le procedure da seguire in cui si riporta cosa può fare il Comune e cosa non può fare: se si chiede la collaborazione degli enti locali è necessaria che avvenga nella massima chiarezza. Non possiamo pensare di correre come matti di qua e di là con il personale comunale senza sapere chi deve fare cosa e quali sono le responsabilità di ognuno», ha precisato Bruno Zanolla, sindaco di Quero Vas.

Posizione che è stata sposata dalla maggioranza dei colleghi presenti al vertice tra cui il sindaco di Alpago, Alberto Peterle che sottolinea come «il problema è che l’organizzazione deve essere fatta in maniera ordinata e sistematica con criteri chiari, anche perché da emergenza stiamo passando a situazione strutturale. non possiamo permetterci dispendi di energie e di risorse. Abbiamo chiesto infatti alla Prefettura di mettere a disposizione del personale a cui riferirci anche per la compilazione della rendicontazione delle spese per i migranti. Anzi, abbiamo chiesto se ci danno un modello su cui redigere i nostri conti».

A sottolineare la necessità di regole chiare anche il collega di Rocca Pietore, Andrea De Bernardin che ha ribadito come «il problema dei migranti è enorme ed è destinato a moltiplicarsi nei numeri con l’estate visto che sono previsti numerosi sbarchi da qui a settembre.Ma ci chiediamo se è nostro compito gestire anche questa emergenza. Finora ci hanno propinato delle convenzioni capestro che impongono ai sindaci responsabilità che non so se sono dovute. Io fino allo scorso anno prendevo poco più di mille euro al mese come sindaco e di rogne da risolvere me ne sono capitate molte, ma per questa non abbiamo strumenti adeguati». De Bernardin pone il caso della responsabilità civile e penale in caso di incidente: «Se capita un incidente mentre il personale comunale trasporta dei migranti all’ospedale, di chi è la colpa?».

Su questo punto anche il sindaco di Sedico, Stefano Deon e l’assessore al sociale di Feltre, Maurizio Zatta si sono detti convinti che servano delle regole chiare: «Le criticità ci sono nella gestione di questa emergenza, ma dobbiamo comunque considerare che stiamo parlando di persone che sono nel bisogno».

Le convenzioni

Ad oggi sono nove i comuni che hanno siglato una convenzione con la Prefettura, ma altri si stanno facendo avanti per siglare quella nuova semplificata in cui verranno chiesti meno servizi agli enti locali. Tra questi c’è anche il comune di Limana.

«Attendiamo che arrivi il via libera dal ministero alle nuove convenzioni che siamo intenzionati a firmare per la situazione attuale. Sicuramente la situazione non è semplice, ma vediamo come andrà avanti», ha detto la prima cittadina di Limana, Milena De Zanet

Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi