A Ponte si piange per Nicole morta nello schianto di Jesolo

Aveva origini pontalpine la diciottenne di San Vendemiano che ha perso la vita mentre rincasava nella Lancia Musa guidata da un amico neopatentato. La mamma: «Lo perdono»
Di Francesca Gallo

PONTE NELLEALPI. «Perdòno Michael». Sono le parole che ieri ha pronunciato tra i singhiozzi Barbara Pase. Sua figlia Nicole Bergamo, 18 anni, di San Vendemiano ma originaria di Ponte nelle Alpi, è morta domenica all'alba su una  Lancia Musa uscita di strada a Jesolo. Al volante c’era proprio Michael D'Altoè, 18 anni di Mareno di Piave.  Non c'è rancore nei pensieri di Barbara: «Non bevete, state attenti, abbiate la testa quando salite in macchina», trova il coraggio di dire.

La donna è sotto choc. Sta male, il medico ha cercato di lenire la sua pena con dei calmanti, ma lo strazio non si placa. Eppure trova la forza di chiedere delle condizioni degli altri sei ragazzi coinvolti nell’incidente. Con la sua Nicole facevano 7 a bordo della Musa omologata per cinque. Una leggerezza non da poco.

«Perdono Michael», ripete Barbara. Il ragazzo aveva la patente da appena 15 giorni. E aveva bevuto. Da domenica sera, di ritorno da Jesolo, Barbara Pase è chiusa nel dolore nella casa della sorella e del cognato in via San Giuseppe a San Vendemiano. Non ha più messo piede nella sua casa in via dello Sport che condivideva con Nicole e da dove era partita per accompagnarla al mare. «Non è in grado di stare da sola», racconta la sorella Paola, «ci diamo il turno per starle vicino. Non riesce ancora a rendersi conto che sia successo. Non si può immaginare cosa stia provando».

Ieri mattina Barbara si è sentita nuovamente male. Al suo capezzale è stato chiamato il medico di famiglia.Ma non ci sono medicine per dimenticare una figlia morta. Se ne sta su una poltrona  immobile, nella grande veranda della villetta di via San Giuseppe, lo sguardo perso nel vuoto. «Nicole era una bravissima ragazza», dice con la voce rotta dal pianto Paolo, il compagno della madre. «Eravamo nella casa di Cordignano quando abbiamo saputo. Erano circa le otto del mattino di domenica. È stato terribile. Abbiamo ricevuto una telefonata dal pronto soccorso. E siamo corsi a Jesolo». Barbara Pase sabato pomeriggio aveva accompagnato in macchina a Jesolo la figlia Nicole con le amiche. Avevano preso un appartamento in affitto per fare una settimana di vacanza.

La prima giornata al mare si era chiusa in discoteca. Il gruppo ha fatto le ore piccole. Sono usciti solo quando il locale ha chiuso i battenti. Era ormai l’alba. Sono saliti sulla Musa per fare i due chilometri che li dividevano dall’appartamento. In sette, per non dover fare due giri. Lo schianto poco dopo la discoteca. Distrutto dal dolore anche il padre di Nicole, Paolo Bergamo, che ha fatto la spola per due volte a Jesolo da Ponte delle Alpi, dove vive con la nuova compagna e una figlia. Intanto la famiglia ha dato l’autorizzazione all’espianto degli organi. Nicole ha donato le cornee e altri tessuti.

Il paese è frastornato da questo lutto inaspettato. Già domenica il tam tam delle voci ha fatto il giro dei locali. «Ho una figlia di 17 e un ragazzo di 23», dice una mamma mentre legge il cartello della veglia di preghiera in onore di Nicole.

«Mi vengono i brividi. Non si può morire a 18 anni. Mio figlio è a Jesolo con gli amici, gli ho mandato un sms, gli ho detto di stare attento con la macchina, di non bere e di fermarsi se non è lucido». A Ponte Nicole tornava una volta al mese circa per trovare papà, benchè le origini della famiglia fossero a Longarone, prima della separazione.

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