A Castellavazzo la cooperativa dei paesani per riavere la bottega di alimentari

Raccolte le prime adesioni all’impresa partecipata con quote da cento euro
Enrico De Col
A Castellavazzo la cooperativa dei paesani per riavere la bottega di alimentari
A Castellavazzo la cooperativa dei paesani per riavere la bottega di alimentari

Una cooperativa di consumo per far tornare la rivendita di alimentari del paese a Castellavazzo.

Dopo la chiusura avvenuta ad aprile dell’ultimo riferimento in paese per gli acquisti di alimentari, il supermercato e bar, alcuni cittadini hanno infatti lanciato un progetto con una raccolta firme, attivandosi inoltre per la proposta di attivare una consulta frazionale.

In queste settimane ci sono stati diversi incontri che hanno permesso di raccogliere adesioni e verificare l’interesse della popolazione a dare vita ad una nuova impresa partecipata.

«Per noi è fondamentale che torni questo servizio», spiegano i promotori dell’iniziativa ovvero Silvia Soranzo, Marco Zuliani, Alen Mazzucco e l’ex sindaco Giorgio Roccon, «il paese ci deve credere per far tornare un punto che ha anche lo scopo di aggregazione sociale, soprattutto dopo alcune di esercenti nel nostro borgo. Chiediamo quindi l’aiuto di tutti».

«Per l’impresa basta una quota minima di 100 euro: rinunciamo per una volta ad una pizza in famiglia per il bene del nostro paese», è l’appello dei promotori. «È ora di dire basta alle divisioni per mettersi insieme per il bene comune per far fronte all’emergenza dell’assenza di una bottega. Dobbiamo credere nella nostra comunità e far ripartire Castellavazzo».

Il progetto, che vuole seguire esempi simili come quello che ha mobilitato in passato i residenti di Zoppè, è supportato da LegaCoop Veneto.

Il referente di LegaCoop, Michele Pellegrini, ha spiegato le linee guida tecnica: ogni socio deve mettere una sola volta una quota minima (fissata in questo caso a 100 euro ma ovviamente si può investire anche di più): questo sarà il capitale inziale per far partire l’attività che sarà situata in un locale, ancora da individuare con precisione, nel centro del paese.

I soci gestori del consiglio di amministrazione devono essere almeno tre e poi la gestione sarà comunitaria ed indipendente, ad esempio nella scelta del marchio di prodotti da vendere. L’operazione sarà supportata da LegaCoop che si occuperà della consulenza burocratica, dell’analisi di mercato e di reperire eventuali finanziamenti di avvio anche se la gestione e le scelte saranno sempre in mano al territorio e alle sue specificità.

Il gruppo promotore di Castellavazzo con questa nuova cooperativa vuole anche creare contestualmente una rete di spesa, consegna pellet e altri servizi a domicilio, soprattutto per le persone anziane, che coinvolga anche i paesi limitrofi e Ospitale di Cadore.

In paese c’è un positivo entusiasmo per l’iniziativa, tanto che sono state raccolte circa cento adesioni. Si può comunque continuare a firmare ed aderire contattando I referenti oppure passando nella farmacia del paese.

Altra questione posta all’esame dei residenti è la creazione di un comitato frazionale a Castellavazzo.

«Vogliamo creare questo organismo», continua il gruppo promotore, «per avere un dialogo più diretto con il Comune di Longarone seguendo l’esempio simile di Podenzoi.

Questo per meglio portare criticità ma anche soluzioni in un clima non di contrapposizione ma di dialogo costruttivo con l’amministrazione comunale. Abbiamo già una bozza di statuto: se c’è il reale interesse e la disponibilità di mettersi In gioco per far parte del direttivo si potrà partire».

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