Grones il giramondo: l’artista di Livinallongo partecipa a un progetto a Città del Messico

Lorenzo Soratroi

Il personaggio

Gabriele Grones continua a girare il mondo con le sue opere. Nei giorni scorsi, con la sua galleria Boccanera Gallery, l’artista fodomo ha partecipato alla fiera d’arte “Zona Maco 2023” che si è tenuta a Città del Messico, in un progetto espositivo intitolato “No Man is an Island” in riferimento a un celebre testo del poeta inglese John Donne.

«È stata la prima volta che portavo le mie opere in Messico e anche che espongo a “Zona Maco», racconta Gabriele. «La giornata di apertura è stata entusiasmante. Ho creato alcune opere appositamente per la fiera e sono felice che i visitatori abbiano apprezzato i riferimenti alla cultura e alla storia locale nei miei dipinti. La nostra sezione, curata da Direlia Lazo, era incentrata su progetti artistici particolari e tutto l’interesse ricevuto da collezionisti, artisti e curatori che hanno visitato il nostro stand mi dà grande energia per continuare a lavorare alla mia attuale ricerca artistica».

Le due opere presentate da Grones sono entrambe legate alle culture e alle tradizioni dei nativi nordamericani: «La prima, intitolata “Schlangenritual” è una riflessione sul sincretismo del simbolo del serpente in diverse culture, partendo dall’analisi del saggio di Aby Warburg sul rituale del serpente nella tribù Hopi. L’installazione è come un atlante di immagini, composto da 17 dipinti che rimandano a diverse tradizioni storico-artistiche e culturali che hanno utilizzato il simbolo del serpente con significati diversi. Il secondo pollittico, intitolato “Comala”, prende il nome dal villaggio del romanzo “Pedro Páramo” dello scrittore messicano Juan Rulfo. Le opere di questa composizione sono ispirate al racconto letterario e ogni quadro rappresenta simbolicamente i conflitti del protagonista e l’epopea della storia messicana. La serie di opere spazia dalla raffigurazione di flora e fauna de Messico, a riferimenti storici e culturali locali».

Per questa occasione Grones ha dedicato un omaggio all’artista Giorgio Morandi, come già aveva fatto alla sua personale al Museo d’Arte Moderna di Venezia nel 2020. «La mia ricerca artistica analizza la nostra esperienza con la realtà attraverso i simboli della storia dell’arte. “Still Life” è un dialogo con il lavoro di Giorgio Morandi, per un progetto che ho iniziato in collaborazione con Ca’ Pesaro di Venezia. Per la mia mostra di Venezia ho realizzato una serie di quadri in dialogo con le opere della collezione permanente, tra cui appunto Morandi. La mia intenzione era quella di installare “Still Life” accanto al polittico “Comala”, ispirato dal libro che ha dato origine al realismo magico in letteratura».

Un’esperienza questa a “Zona Maco” che ha dato molto al pittore ladino dal punto di vista artistico. «Città del Messico e i suoi dintorni sono ricchi di storia e di stratificazioni culturali», racconta. «La storia dell’arte locale trasmette questo processo di cambiamento, trasformando le tradizioni in linguaggi sempre diversi nel corso dei secoli. La riflessione sul significato dei simboli nelle diverse culture è al centro della mia ricerca attuale, il mio progetto per Residency Unlimited, la residenza d’artista che ho vinto di recente a New York, si concentra proprio sull’iconografia di alcune piante sacre per i nativi americani e sul significato simbolico delle stesse piante in altre parti del mondo. Parlare con le persone e indagare le opere nei musei di Città del Messico mi ha dato la possibilità di ampliare la mia ricerca e sperimentare il valore dei simboli in varie pratiche artistiche».Lorenzo Soratroi

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