Confindustria Giovani, Da Rold presidente: «Più università per nuove imprese»

L’imprenditore, 38 anni, eletto alla guida del gruppo delle nuove leve: «Abbiamo la responsabilità di investire nelle leadership moderne»

Marcella Corrà
A destra Michele Da Rold
A destra Michele Da Rold

Ci sono giovani imprenditori nel Bellunese, che hanno idee e voglia di buttarsi nella mischia, anche se a volte devono ancora capire come fare. C’è chi non ha una storia imprenditoriale alle spalle, come il nuovo presidente del gruppo Giovani di Confindustria, Michele Da Rold, e chi porta l’eredità di una famiglia che da decenni vive di impresa, come la presidente uscente Margherita Vascellari. «Alcuni imprenditori fanno fatica a fidarsi dei figli, a lasciare le redini del comando» racconta la giovane Vascellari. «Il passaggio generazionale non è facile, ma ormai il mondo dell’economia è completamente cambiato».

Basta ascoltare le parole di Da Rold per capirlo, leggere il suo programma di mandato: innovazione, cultura di impresa e leadership. «Abbiamo la responsabilità di costruire un ecosistema territoriale attrattivo, investendo in una leadership nuova, nella combinazione tra saperi e nella formazione come fattore di coesione e di sviluppo». Possono crescere nuovi giovani imprenditori nel Bellunese? Ci sono le condizioni per far nascere nuove attività? Durante la presentazione del nuovo consiglio è intervenuto Giulio Buciuni, che ha poi moderato l’assemblea pubblica. È docente di imprenditorialità al Trinity College di Dublino e direttore del Master di imprenditorialità. Autore di diversi libri sul tema, ne sta preparando uno in cui esamina cosa accade in piccole e medie città, si potrebbe dire periferiche, dove l’imprenditoria giovanile è fiorente. Ha portato l’esempio di Grenoble, in Francia, ai piedi delle Alpi e ben più grande di Belluno, «dove ci sono 450 startup collegate alle università locali. E sono tante le città periferiche che hanno saputo dare slancio a nuove imprese» cresciute attorno ai poli universitari di qualità, sinonimo di innovazione e tecnologia. Potrebbe succedere anche a Belluno? Secondo il professore Buciuni sì, se la Luiss «aumenta i giri» del suo impegno e se si aprono altre opportunità.

Ovvio che servono anche altri strumenti, come gli incentivi fiscali e magari risolvere il problema delle abitazioni per chi viene a lavorare in provincia da altri territori. Ai giovani imprenditori e in generale ai giovani bellunesi si è rivolta la presidente di Confindustria Belluno Dolomiti Lorraine Berton, nell’aprire l’assemblea pubblica a Palazzo Crepadona. «Ci sono nuove generazioni preparate, radicate nel territorio ma aperte al mondo. Ci sono anche giovani donne imprenditrici, purtroppo ancora troppo poche» ha detto Berton. «La strada è impegnativa ma dobbiamo valorizzare i talenti che sono una risorsa per il territorio, tutti i talenti e tutte le competenze», sottolineando il lavoro svolto da Confindustria, come i progetti con la Luiss, quelli con le scuole e la formazione superiore. «Il futuro si costruisce con coraggio e impegno. I giovani sono determinati, portano modelli nuovi e nuove idee». «Aiutare le nuove generazioni a fare impresa» è appunto uno degli obiettivi che si pone il nuovo presidente, che invita i giovani imprenditori ad aderire al gruppo in Confindustria. Nei progetti realizzati in questi ultimi anni ci sono molti viaggi all’estero per conoscere altre realtà soprattutto nel campo dell’innovazione, ma anche molti incontri sul territorio, i cosiddetti “aperiCeo” per incontrare manager e imprenditori che hanno una lunga storia alle spalle e molto da insegnare. E poi gli educational e la formazione degli imprenditori stessi su temi di grande attualità come l’intelligenza artificiale.

Sia Dal Rold che Vascellari si sono confrontati spesso con i giovani che vogliono entrare nel mondo del lavoro. «È ormai una normalità che dopo qualche anno se ne vadano altrove, non c’è da stupirsi o scandalizzarsi. A volte vanno a lavorare con la concorrenza, ma il mondo ora gira così». Larin Group, ricorda Da Rold, è stata fondata da Marco Da Rin Zanco con tre collaboratori: ora sono in trenta. Giovani che arrivano e dopo pochi anni vanno altrove. «L’importante è continuare a formare professionalità, in modo da ammortizzare il ricambio». 

 

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