Quattro pilastri per la creazione di una Sport Valley in Veneto

Imprese, istituzioni, istruzione e società civile devono interagire perché il progetto abbia consistenza e possa ricevere visibilità anche dalle Olimpiadi di Cortina 2026

Giulio Buciuni e Giancarlo Corò
Verso la creazione di una “Sport Valley” nell’area tra Treviso e le Dolomiti.
Verso la creazione di una “Sport Valley” nell’area tra Treviso e le Dolomiti.

Buona notizia quella sulla prossima organizzazione dello Sport Business Forum a Belluno, primo passo verso la creazione di una “Sport Valley” nell’area tra Treviso e le Dolomiti. Questo progetto non nasce dal nulla. Com’è noto, attorno al Distretto dello Sport System di Montebelluna è cresciuto un tessuto di imprese specializzate nella produzione di attrezzature, calzature e abbigliamento sportivo di classe mondiale, che da qualche anno sta tuttavia attraversando una complessa fase di trasformazione.

Il tessuto produttivo collegato al business dello sport si è nel frattempo esteso oltre i confini del distretto, coinvolgendo feltrino e bellunese, ma anche integrando nuove filiere, come l’industria della bicicletta, degli occhiali, dell’alimentazione, della salute, delle device elettroniche, del design e, ovviamente, del turismo e dell’organizzazione di eventi. Se queste filiere hanno già una loro consistenza produttiva e di mercato, possono tuttavia ricevere dall’incontro con lo sport stimoli all’innovazione tecnologica e allo sviluppo di nuovi beni e servizi.

Le Olimpiadi di Cortina del 2026 possono inoltre fornire una visibilità internazionale alla Sport Valley, così come del resto quelle del 1956 fornirono un importante contributo all’affermazione di Montebelluna quale capitale dello scarpone da sci.

Come insegna l’esperienza emiliana, creare una Valley industriale di successo – nel modo in cui lo sono quella dei motori, del wellness, del biomedicale – richiede però visione di lungo periodo e capacità di mettere insieme quattro fondamentali forze.

Le quattro forze necessarie

La prima è quella delle imprese e del lavoro, senza la quale ogni idea di sviluppo economico rimane solo sulla carta. La seconda è quella delle istituzioni politiche, associative e finanziarie, che devono fornire infrastrutture, beni pubblici, risorse e regole in grado di ridurre l’incertezza per gli investimenti strategici e assicurare il sostegno a progetti che generano economie esterne, utili ad accrescere la fitness dell’economia locale.

La terza forza è quella del sistema dell’istruzione superiore e dell’università, che attraverso la formazione del capitale umano e il trasferimento di conoscenze scientifiche, tecnologiche e manageriali, contribuisce in misura decisiva ai processi di innovazione e all’attrazione di talenti e investimenti internazionali.

La quarta forza è costituita dalla società civile, che gioca un ruolo chiave nell’infondere identità e passione culturale all’attività economica. Così come la passione emiliana per macchine e motori ha fornito una spinta all’eccellenza e alla visibilità mondiale della Motor Valley, allo stesso modo la passione per lo sport, la montagna e l’outdoor può diventare una leva su cui far crescere la Sport Valley veneta, trasformando aree oggi in declino demografico – come sono quelle del bellunese e dell’alto trevigiano – in ambienti nuovamente attrattivi per giovani talenti che vogliono investire il proprio futuro professionale su un progetto che coniuga benefici economici e significati espressivi.

Tutte queste quattro forze devono fare la loro parte. Metterle assieme non è compito facile, ma se un territorio vuole davvero affrontare le sfide dell’economia della conoscenza, è questa collaborazione che bisogna costruire.

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