Faoro: «Il Fiori Barp? Mi ha convinto Tormen. Il calcio bellunese non è poi così malato»
Calcio 1ª categoria. Il nuovo ds blurancio.
«La prima cosa da fare è ritrovare l’entusiasmo dopo la retrocessione»

I principi sono quelli che hanno caratterizzato l’ascesa dell’Union Ripa dai campionati regionali alla serie D. Proverà a beneficiarne il Fiori Barp, il quale non intendeva lasciarsi cogliere dallo sconforto a seguito della retrocessione in Prima Categoria.
In Promozione si proverà senza dubbio a tornarci, seppur magari non da subito. In ogni caso, le scelte di Sandro Tormen come allenatore e Alberto Faoro nel ruolo di direttore sportivo la dicono lunga sul modo in cui il club desidera strutturarsi. Ricostruire la squadra e dare un organigramma ben preciso alla società sono punti cardine del sodalizio sedicense.
Senza dubbio assai curioso e inaspettato è l’ingaggio di Faoro, ds di quell’Union lì e tornato operativo nel calcio provinciale ad 8 anni di distanza. Il suo ritorno in effetti sorprende.
«In realtà non avevo intenzione di rientrare nel calcio, ad essere sincero. Gli impegni non mancano tra famiglia, lavoro e il mio primo amore sportivo, ossia il basket. Però esistono tre, quattro persone nella vita per la quali metteresti la mano sul fuoco e Sandro Tormen l’ho sempre reputata una di queste. Mi ha contattato lui ed in seguito sono andato a parlare con il presidente Victor Fant».
L’incontro deve essere andato bene…
«In Victor ho notato il desiderio di cominciare un nuovo percorso. In realtà, già la scelta di affidarsi a Tormen andava in tale direzione, perché ingaggiare lui significa lavorare in una determinata maniera. In generale comunque abbiamo trovato punti d’accordo e dunque ho accettato».
Il post retrocessione è spesso complicato.
«Infatti l’intenzione è ricreare entusiasmo e convogliarlo nella corretta direzione, mentre è presto per parlare di obiettivi al di là del voler disputare un campionato serio e il più possibile soddisfacente. Adesso serve la consapevolezza di capire dove sono stati commessi degli sbagli e come indirizzare il lavoro. Sul fronte squadra, l’intenzione è costruire una formazione composta prima di tutto da persone e poi da calciatori. Questa filosofia ci aveva caratterizzato all’Union Ripa e serve in Prima Categoria, campionato nel quale le cose cominciano a dover essere eseguite in un certo modo».
Sandro Tormen si appresa a cominciare la prima esperienza da allenatore dei grandi.
«Io lo ritengo una persona assai abile nell’utilizzare bene il proprio istinto. Se ha scelto il Fiori Barp, quindi, un motivo c’è. Detto ciò, per me un mister deve avere in primis la capacità di migliorare i giocatori, facendoli rendere al meglio delle loro possibilità. Accanto, il club deve occuparsi delle altre questioni. È un po’ la scuola Max Parteli, sempre per citare i tempi dell’Union».
Che calcio bellunese ritrova?
«Mancano all’appello varie squadre rispetto ad una decina di anni fa. Eppure nonostante tutto non va così male in provincia. Abbiamo ben tre realtà in Promozione e peraltro ognuna di esse parecchio ambiziosa, il Cavarzano al secondo anno di Eccellenza e la Dolomiti Bellunesi in D. Ecco, mentre magari la Dolomiti disputa una categoria dove devi per forza ragionare in un modo diverso rispetto ai campionati regionali, penso proprio il Cavarzano e la cavalcata compiuta rappresentino l’esempio di come lavorando e programmando si riescano ad ottenere piacevoli gratificazioni».
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