Morì in gondola in Canal Grande, il risarcimento di 4 milioni ai familiari arriva 12 anni dopo
La Corte d’appello di Venezia ha stabilito la somma che dovrà essere pagata alla vedova e ai tre figli del professore tedesco Joachim Vogel, ribaltando la sentenza che nel 2018 aveva negato ogni pretesa dei familiari. Actv dovrà farsi carico del 55 per cento del risarcimento

A quasi dodici anni di distanza da quel tragico incidente in Canal Grande, la Corte d’appello di Venezia nei giorni scorsi ha riconosciuto un risarcimento di circa quattro milioni di euro nei confronti di Gundula Schaefer e dei suoi tre figli in seguito alla morte di Joachim Vogel.
Nel marzo del 2021 la Cassazione aveva annullato la sentenza nella quale il Tribunale civile nel 2018 aveva stabilito che non ci fosse risarcimento per la vedova del turista tedesco Joachim Vogel, morto schiacciato da un vaporetto mentre era in gondola in Canal Grande con la famiglia il 17 agosto 2013.
La giudice Martina Gasparini aveva rigettato la richiesta di risarcimento presentata al gondoliere Stefano Pizzaggia – che quel giorno trasportava i Vogel – dalla vedova, anche in rappresentanza dei tre figli. La richiesta ammontava a 7,5 milioni di euro.
La famiglia aveva già ricevuto 300 mila euro di provvisionale disposta dal gip a carico dei piloti dell’Actv Riccardo De Ambrosi, Manuel Venerando, Fabio Zamboni e del tassista Franco Ambrosi, condannati nel 2015 in abbreviato per l’incidente, oltre al milione versato dall’assicurazione di Actv e i 200 mila euro di provvisionale a carico del gondoliere Daniele Forcellini, condannato a suo tempo a 10 mesi.
Piloti e gondoliere che hanno avuto un ruolo nella dinamica dell’incidente. La posizione di Pizzaggia in sede penale era stata archiviata in fase di indagine dal pm Roberto Terzo. In sede civile il gondoliere, difeso dall’avvocato Gabriele Annì, aveva chiamato in causa la propria assicurazione, oltre ad Actv, a Forcellini e Ambrosi con le rispettive assicurazioni.
La vedova aveva chiesto il maxi risarcimento a Pizzaggia contestando le conclusioni dell’inchiesta penale, in particolare in relazione alla posizione della gondola all’ormeggio al Magistrato alle Acque e al mancato avviso ai passeggeri di scendere sul pontile «abbandonandoli invece alla loro tragica sorte», si legge nell’atto di citazione.
La giudice Gasparini, accogliendo le tesi difensive, aveva rigettato integralmente le domande della vedova evidenziando anzitutto l’intervenuta prescrizione maturata prima dell’instaurazione del procedimento civile. Il rigetto della domanda di risarcimento da parte della vedova aveva portato quindi il rigetto delle chiamate in causa, e la vedova era stata condannata al pagamento di 229mila euro di spese legali a favore delle parti chiamate in causa.
Pur essendo stata confermata la prescrizione del danno contrattuale, la Corte d’appello nella sua ultima decisione è arrivata a conclusioni opposte relativa al profilo di responsabilità. Nella sentenza, i giudici d’appello attribuiscono la responsabilità principale ad Actv, la quale dovrà farsi carico del 55% del risarcimento.
Ad un altro gondoliere, Daniele Forcellini, la Corte d’appello ha attribuito un 30% di responsabilità mentre il restante 15% a Pizzaggia. Dal risarcimento complessivo stabilito dalla Corte, dovranno essere detratte le somme già versate.
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