Seimila file porno con minori: pedofilo recidivo arrestato

Scoperto su Telegram, era già stato condannato per violenza sessuale sulle figlie della compagna. Operazione con agenti di polizia postale sotto copertura

Marco Filippi
L’indagine è stata condotta dalla polizia postale
L’indagine è stata condotta dalla polizia postale

È un meccanico di 47 anni, disoccupato, residente in un paese dell’hinterland di Treviso, il pedofilo arrestato nei giorni scorsi dalla polizia postale del compartimento di Venezia, nel corso di un’operazione che ha portato in manette 12 persone e alla denuncia di altre 14 per detenzione di materiale pedo-pornografico.

In due cellulari e nell’hard disk, sequestrati a casa sua, i poliziotti hanno trovato archiviati oltre seimila file (pari a circa 6 terabyte) di immagini e video raccapriccianti che raffiguravano bambini minori di 10 anni nudi o vittime di abusi sessuali.

Gli agenti hanno anche scoperto che il pedofilo trevigiano era anche recidivo: non aveva soltanto un precedente sempre per detenzione di materiale pedo-pornografico ma aveva alla sue spalle una condanna per violenza sessuale sulle figlie, minori di 14 anni, della sua ex compagna per fatti avvenuti nel 2019.

Per questo motivo il giudice delle indagini preliminari Piera De Stefani ha applicato la misura degli arresti domiciliari, assieme ad altre 11 persone, sottolineando «la totale insensibilità dell’indagato ai normali fattori di deterrenza, come le pregresse esperienze di procedimenti penali e condanne per questo allarmante genere di reati».

In particolare, il meccanico aveva installato l’app di Telegram dove erano presenti centinaia di canali e gruppi con diversi file pedopornografici e uno spazio virtuale dedicato allo scambio di materiale di quel tipo.

Il blitz anti-pedofilia del compartimento veneziano della Postale ha interessato 18 province. L’operazione, denominata “Viper 2”, ha avuto origine da una precedente attività sotto-copertura che aveva già portato lo scorso anno all’esecuzione di 60 perquisizioni e all’arresto di 28 persone appartenenti a vaste community internazionali di pedofili.

Gli indagati nell’operazione sono tutti maschi e hanno un’età compresa tra 22 e 69 anni. Tra loro c’è anche un impiegato che millantava di avere conoscenze tra gli esperti nel campo della protezione dei minori online. Per gli investigatori si sarebbe invece trattato di un alibi per accumulare materiale pedopornografico e rimanere nei gruppi di pedofili.

L’indagine è stata condotta sotto copertura su Telegram. Sono stati monitorati circa 130 gruppi virtuali all’interno dei quali erano presenti utenti pedofili da tutto il mondo che scambiavano migliaia di foto e video di abusi su minori.

Gli utenti esteri presenti nelle chat sono stati segnalati dalla Postale agli Stati interessati, attraverso i canali di cooperazione internazionale di polizia.

Per l’esecuzione dei 26 decreti di perquisizione, emessi dalla Procura di Venezia, sono stati coinvolti circa 200 agenti della polizia postale.

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