Francesco ucciso a bottigliate a Treviso, quindicenne condannato a 8 anni

La sentenza per il minorenne accusato di aver colpito il 22enne al torace con un coccio di bottiglia appuntito in via Castelmenardo: la vittima morì dopo undici giorni di agonia. Il 3 dicembre altri cinque minori a processo e udienza preliminare per i maggiorenni

Marco Filippi
Il luogo dell'omicidio
Il luogo dell'omicidio

Otto anni di reclusione. È la pena inflitta dal tribunale dei minori di Venezia ad un quindicenne di Treviso per l’omicidio di Francesco Favaretto, il 22enne morto all’ospedale undici giorni dopo essere stato aggredito - il 12 dicembre scorso - in via Castelmenardo da una gang di almeno dieci tra ragazzi e ragazze che volevano rapinarlo di un panetto di hashish.

Di quella gang faceva parte appunto il quindicenne (difeso dall’avvocato Fabio Crea), attualmente rinchiuso nell’istituto Minorile di Santa Bona, e oggi in rito abbreviato. Secondo l’accusa, colpì Favaretto al torace sinistro con un coccio di bottiglia appuntito. Il pubblico ministero aveva chiesto una condanna a 7 anni.

I prossimi procedimenti

Al tribunale dei minorenni di Venezia è in corso un distinto procedimento nei confronti di altri cinque minorenni che facevano parte della gang che partecipò alla rapina e all’omicidio di Favaretto. Quattro di loro sono ai domiciliari in una comunità mentre una ragazza (difesa dall’avvocato Guido Galletti) è in regime di detenzione domiciliare a casa. Per loro, l’udienza del processo in rito abbreviato è stata fissata per il prossimo 3 dicembre.

Capitolo a parte per i quattro maggiorenni della gang per i quali la procura della Repubblica ha chiesto il rinvio a giudizio fissando per il 2 dicembre in tribunale a Treviso l’udienza preliminare a loro carico davanti al gup Cristian Vettoruzzo.

La procura contesta l’omicidio volontario a Toluwaloju McLinkspual Ade, 20 anni di Ponte di Piave, Angelo Riccardo Ozuna, 19 anni di Treviso, e Abi Traore, 20 anni di Ponte di Piave. Ozuna (difeso dall’avvocato Mauro Serpico) e Ade (avvocato Fabio Crea) erano stati arrestati pochi giorni dopo la morte di Favaretto e da allora sono rimasti in carcere a Santa Bona. Traore (avvocato Sabrina Dei Rossi), invece, è indagata ma a piede libero. L’altra accusa contestata dalla procura di Treviso è quella di concorso in rapina e vede indagati, oltre ad Ade e Ozuna, un quarto giovane, Marius Popa, 20 anni di Treviso (avvocato Mario Nordio).

L’omicidio Favaretto

Secondo la ricostruzione, la sera del 12 dicembre 2024 Favaretto si era incontrato con il gruppo di ragazzi per la vendita di un panetto di hashish da 100 grammi. La contrattazione si sarebbe presto trasformata in una lite: gli acquirenti volevano pagare solo al momento della consegna, mentre il 22enne pretendeva il denaro in anticipo. Da lì, la situazione è degenerata.

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Il giovane è stato spinto a terra e colpito con calci e pugni, poi accoltellato da Toluwaloju Mclinkspual Ade, 19 anni, e ferito con un pezzo di vetro usato come tirapugni da un 15enne. Sarebbe poi stato nuovamente colpito da Angelo Riccardo Ozuna, 18 anni, e da una ragazza 19enne, fidanzata di Ade, che gli avrebbe lanciato contro una bottiglia, infrantasi e diventata un’arma letale.

Favaretto, in preda alle ferite, era riuscito a rialzarsi e a reagire, ma il sangue perso a causa di una lesione alla carotide non gli ha lasciato scampo. È morto dopo undici giorni di agonia all’ospedale di Treviso.

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