Una galleria al bar Ragno per bypassare Pieve

Anas ha presentato al sindaco Ciotti il progetto della futura tangenziale Preoccupati i commercianti: «Il centro di Tai diventerà come il Fadalto»
Di Vittore Doro

PIEVE DI CADORE. Salvaguardia dell’economia della frazione, rispetto dell’ambiente naturale e snellimento definitivo del traffico: sono le tre linee che l’amministrazione comunale di Pieve di Cadore sta seguendo per risolvere al meglio l’annoso problema dell’attraversamento del centro abitato di Tai da parte della Statale Alemagna.

«L’Anas», sottolinea Roberto Raimondi, tecnico incaricato dal Comune di elaborare una proposta da presentare all’azienda delle strade, «ha già un progetto pronto per rendere scorrevole la strada di Alemagna verso fino a Cortina. Tra queste c’è anche la circonvallazione di Tai, che sarà una delle prime a essere realizzate. Anche il Comune di Pieve ha predisposto un progetto specifico per l’attraversamento di Tai, che l’Anas sta esaminando. Tra pochi giorni, forse meno di una settimana, quando il sindaco di Pieve Maria Antonia Ciotti avrà un nuovo incontro con i vertici Anas, conosceremo il loro parere e come pensano di integrare i due progetti. A questo incontro i sindaci interessati parteciperanno singolarmante e non più insieme ai loro colleghi. Quindi, l’incontro dedicato a Pieve, potrebbe essere considerato definitivo».

Anas sembra ormai decisa a costruire un tunnel: dove partirà?

«Nelle vicinanze del bar Ragno, come previsto dal vecchio progetto. Con la costruzione del tunnel, dovrebbe trovare sistemazione definitiva anche l’intero svincolo attuale, che è considerato provvisorio. L’innesto delle strade Statali 51 e 51 bis sarà realizzato a scavalco rispetto all’imbocco della galleria della tangenziale, come avviene alla galleria di Ospitale, eliminando la possibilità di incroci pericolosi».

La tangenziale di Tai avrà uno oppure due ingressi-uscite sul territorio comunale di Pieve?

«Anas ne prevede due, mentre il progetto di Pieve è pensato per eliminare i danni causati dagli svincoli nella zona di Pra di Tai e della colonia di Montagnana. Il nostro lavoro è teso – sempre nel caso che in quel luogo ci sia la seconda uscita - a riprogettare l’area che comprende il bivio di Nebbiù, risolvendo una volta per tutte i problemi della zona, compreso l’attraversamento in sicurezza della pista ciclabile. Molti operatori economici di Tai sono però contrari alla realizzazione della circonvallazione, perché temono di essere danneggiati. Su questo stiamo lavorando, ma solo quando sapremo la decisione di Anas potremo fare delle proposte».

Su questo argomento abbiamo chiesto l’opinione al presidente della sezione pievese del Cai, Umberto Giacomelli, anche socio della Paninoteca al Chech, che si trova proprio al bivio di Tai e che da anni lavora con successo anche grazie al traffico di passaggio.

«Sono nettamente contrario alla realizzazione della tangenziale. Il centro di Tai rischierebbe in poco tempo di diventare come i paesi del Fadalto, dove tutti i negozi hanno chiuso i battenti. Ci sono molte altre possibilità per snellire il traffico sulla Statale 51. Innanzitutto, sono anni che si parla di una rotonda che elimini l’incrocio, rendendo scorrevole e meno pericoloso il traffico. Una modifica che potrebbe essere realizzata in poco tempo e senza spendere milioni di euro. Poi ci sarebbe la possibilità di dividere in due l’Alemagna, realizzando un doppio senso unico: uno, con direttrice Cortina, che utilizza la strada attuale; un secondo, verso Belluno, che, partendo dalla zona del laboratorio dei marmi, corra dietro alle case esistenti, sul terreno dove il piano particolareggiato dell’ingegner Palatini aveva previsto la realizzazione di un grande parcheggio».

Qualcuno afferma che un paese come Tai, non dovrebbe avere paura della tangenziale, ma dovrebbe fare degli investimenti in idee e strutture per vivere di luce propria.

«Penso sia troppo tardi. Un fatto è certo: se fanno la tangenziale, dovrò cercare un posto dove trasferire il Chech».

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