Rinasce la chiesetta distrutta dal Vajont a San Martino

Ha preso ormai forma grazie all’installazione delle pareti in acciaio che ricordano l’originaria chiesa in muratura, cancellata in pochi secondi dall’onda del Vajont la notte del 9 ottobre 1963: in queste ore chi transita lungo l’ex statale 251, a Erto, si imbatte in un nuovo scorcio di panorama. All’altezza della frazione di San Martino è stata infatti postata la struttura metallica del tempietto votivo. L’edificio è stato realizzato nel punto in cui sino a 56 anni fa sorgeva l’antichissima icona della borgata.
I vincoli geologici hanno impedito l’impiego di materiali edili per paura delle frane. Di qui la decisione del progettista, l’architetto Carla Sacchi, di ricorrere a vetro e acciaio. Lo “scheletro” dell’immobile è stato assemblato e fa ora parte dello skyline di Erto e Casso, essendo ben visibile anche dall’altra sponda della vallata. I lavori sono ripresi da qualche mese dopo uno stop di quasi un anno legato ad alcuni controlli effettuati in zona dalla Sopraintendenza ai beni culturali di Udine.
L’area è interessante dal punto di vista archeologico in quanto la chiesetta spazzata via dal disastro era stata costruita su un precedente manufatto pagano. Tanto che nel 2018 dal terreno spuntarono persino delle ossa umane risalenti al periodo pre romano. Quello in fase di ultimazione viene definito un “memoriale” dalla Sacchi. La nuova struttura sarà infatti una sorta di involucro a protezione del pavimento e dei pochi resti che si sono salvati dalla sciagura (nell’evento la frazione di San Martino subì gravi danni materiali e la perdite di decine di residenti).
L’ingegnere pordenonese Luigi Cimolai e l’omonima azienda hanno donato alla comunità materiali, ore di lavoro e competenze. Non è stata invece ancora fissata l’inaugurazione dell’immobile che verrà benedetto dal vescovo in persona, monsignor Giuseppe Pellegrini: il presule ha già annunciato la volontà di officiare la cerimonia di dedicazione religiosa dell’opera. Prima del taglio del nastro, che si terrà presumibilmente in primavera inoltrata, il Comune deve sistemare l’accesso al sito e rendere più sicura l’immissione dei veicoli nella 251.
Il sito è adiacente ad una curva a gomito priva di visibilità e il continuo via vai di mezzi, anche pesanti, rende pericoloso il traffico viario della borgata. Soddisfatti per l’andamento del cantiere il sindaco Fernando Carrara e il parroco, don Luigi Biscontin. –
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