Pieve, Dalle Mule verso la sospensione

Regione e Usl orientate ad accogliere la richiesta della Procura. E’ indagato per peculato e truffa ai danni dello Stato
- Il responsabile di cardiologia dell'ospedale di Pieve, Jacopo Dalle Mule
- Il responsabile di cardiologia dell'ospedale di Pieve, Jacopo Dalle Mule

PIEVE DI CADORE

La Regione è orientata, tramite l’Usl 1 di Belluno, ad accogliere la richiesta della Procura di Belluno nei confronti del primario di Cardiologia dell’ospedale di Pieve di Cadore Jacopo Dalle Mule.

Il segretario generale alla Sanità Domenico Mantoan ha vagliato in questi giorni gli atti relativi all’ennesimo scandalo che travolge la sanità bellunese. L’Usl e la Regione ritengono fondati i primi accertamenti compiuto sull’operato del medico che avrebbe, secondo l’accusa, utilizzato materiale e strumenti in dotazione all’ospedale per la propria attività libero professionale.

L’orientamento di Usl e Regione non si è ancora tradotto in un provvedimento per questioni burocratiche, complice anche il periodo semi festivo.

Dal canto suo, il dirigente dell’Usl, Compostella precisa che ad oggi «in mano all’Usl non ci sono elementi ulteriori derivanti dalla Procura per spingere l’azienda sanitaria ad attivare un procedimento di sospensione cautelativa».

Compostella però, fa sapere che quasi contemporaneamente all’avvio dell’indagine sul primario da parte della Procura, «l’Usl aveva già notato che il medico non osservava alcuni protocolli operativo-gestionali tanto che l’azienda gli ha comminato una sanzione di 500 euro. Inoltre, è stato aperto un procedimento disciplinare, temporaneamente sospeso dopo gli sviluppi giudiziari, che avrebbe portato, ad ulteriori sanzioni che potevano andare da quelle pecuniarie fino all’estrema ratio della sospensione».

Il primario Jacopo Dalle Mule è finito tre mesi fa sotto inchiesta con le ipotesi di accusa di peculato e truffa ai danni dello Stato. Dal suo ufficio, perquisito dagli uomini delle Fiamme Gialle il 28 settembre dell’anno scorso, sono stati portati via computer e documentazione varia, tra cui anche alcune cartelle cliniche.

L'inchiesta si sta concentrando sul legame tra l'attività ambulatoriale privata e quella pubblica esercitate dal primario cadorino (la cosiddetta "intra" ed "extra moenia").

Gli investigatori vogliono capire se vi siano state delle presunte irregolarità sull'applicazione della legge, entrata in vigore qualche anno fa, che ha costretto i medici che hanno doppia attività a dover scegliere: fatturare le prestazioni private per l'Usl di appartenenza, ricevendo in busta paga l'indennità di esclusiva, oppure esercitare l'attività privata in maniera autonoma, rinunciando a quella voce di stipendio.

Per quasi tre ore, nelle settimane scorse, il primario Dalle Mule ha risposto alle domande del gip Giancotti e del pm Bianco, sottolineando con decisione, di essere al centro di un grosso equivoco, precisando anche di aver fatto sempre pagare il ticket ai pazienti, senza aver avuto alcun vantaggio personale. Nessuna, inoltre, commistione tra attività ambulatoriale pubblica e quella privata.

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