Pesca, nuove regole: il Parco chiede corso e tesserino

FELTRE. Da quest'anno ci vuole il tesserino di esperti selezionatori dell'ittiofauna per andare a pescare dentro il Parco delle Dolomiti la trota fario e le altre specie catturabili. C'è la trota marmorata che nuota contro l'estinzione e la collaborazione dei pescatori è preziosa perché consente di ridurre la competizione operata ai suoi danni da altri tipi di pesci introdotti in passato nei torrenti locali, ma non originari dei nostri ambienti. Per questo sono stati realizzati i primi corsi di formazione, con 150 promossi.
È la novità del regolamento approvato ieri dal consiglio direttivo dell'ente per l'esercizio dell'attività di prelievo selettivo dell'ittiofauna per il 2013, che rimane identico nei contenuti rispetto al passato ma prende atto del criterio introdotto per continuare a lanciare la lenza nei corsi d'acqua dell'area protetta. «Diventa obbligatorio superare l'esame finale e non è poca cosa perché abbiamo aumentato la professionalità per avere una pesca sempre più specializzata al fine di creare un sistema che riporti alla luce le vere peculiarità dei fiumi», commenta con soddisfazione il vicepresidente Roger De Menech. «Questa iniziativa è un ulteriore passo avanti nella strada di collaborazione iniziata con i Bacini di pesca numero 5 “Agordino”, 9 “La Marmorata” e 10 “Acque Feltrine”. Un cammino importante perché consente di far lavorare assieme, con il comune obiettivo della salvaguardia dell'ittiofauna autoctona, il Parco e i pescatori, profondi conoscitori del territorio e delle sue acque e spesso in prima linea nelle battaglie per la loro tutela», sottolinea il vicepresidente dell'ente di villa Binotto. Si sono già svolte due serate di formazione il 19 e 20 dicembre al museo etnografico di Serravella a Cesiomaggiore, tenute dal professor Alvise Lucarda (della facoltà di Veterinaria dell'università di Torino, che da anni studia l'ittiofauna alpina e del Parco delle Dolomiti Bellunesi). E oggi partono le lezioni di approfondimento. «Attività come questa sono importanti non solo dal punto di vista tecnico, ma anche e soprattutto perché consentono di creare un rapporto nuovo tra l'ente e le popolazioni locali», aggiunge Roger De Menech. «Il nostro intento è infatti quello di far capire che il Parco non è un'entità lontana, ma un patrimonio comune che appartiene prima di tutto a chi abita al suo interno e lungo i suoi confini». Una considerazione la fa anche il direttore Nino Martino: «Il corso è un'iniziativa pilota che a quanto mi risulta è unica nel panorama nazionale dei Parchi e il suo successo fa ben sperare per il positivo proseguimento della collaborazione avviata con i pescatori, con l'obiettivo comune di conservazione della fauna dei nostri laghi e torrenti».
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