Pascolo abusivo, parlano le parti offese

LAMON
Uno residente a Fonzaso, uno a Fiera di Primiero, un altro a Mezzano, una a Cittadella a un'altra ancora a Maser. Tutti proprietari di terreni a Lamon accomunati dallo stupore con cui – contattati dal nucleo antifrodi di Parma – hanno saputo che qualcuno pascolava animali nei loro campi, recintandoli ed eseguendo attività di sfalcio o altre lavorazioni agricole. Olivo e Renzo Brocchetto, Iuri Campigotto, Danila Canal e Luciana Casagrande sono cinque delle trentasette parti civili che hanno aperto la sfilata di testi nel procedimento a carico di Luciano Varago. Pascolo abusivo e invasione di terreni sono i reati contestati all'imputato nel processo in corso nel tribunale di Feltre, di competenza del giudice di pace dopo essere stati divisi dal filone principale dell'inchiesta della Procura contro Varago per truffa ai danni dell'Unione Europea (il tentativo era di appropriarsi dei contributi per l'attività di sfalcio).
Ieri il dibattimento è entrato nel vivo con l'udienza delle prime cinque persone offese ammesse come testi. «Nessuno però sa dire il fatto per cui l'imputato è stato denunciato», controbatte l'avvocato difensore Mauro Cassol in merito ai capi d'imputazione. Per fare chiarezza però è meglio ricostruire prima la vicenda nella sua interezza. Luciano Varago, ormai da anni in battaglia giudiziaria con molti abitanti dell'altopiano per la sua attività di sfalcio eseguita attraverso una società onlus, è finito nel mirino del Nucleo antifrodi che ha messo gli occhi sui falsi contratti di affitto delle zone di pascolo intestati ad ignari proprietari. Dalle indagini è emerso che lo stesso Varago avrebbe introdotto ripetutamente capi ovini, equini e caprini nei fondi altrui per farli pascolare, mentre lui sostiene di aver avuto l'autorizzazione verbale per la cura dei fondi. Qui si inserisce il filone del giudice di pace. A maggio 2010 risale la denuncia di Olivo Brocchetto: «Non ho mai autorizzato operazioni agricole, ma trovavo l'erba tagliata e ho una foto dove si vedono i suoi cavalli dentro l'appezzamento. Sono stato informato dai vicini che gli animali erano di Varago». Poi è toccato a Renzo Brocchetto: «Qualcuno aveva piantato i paletti e recintato il terreno per pascolare gli animali e non sapevo chi avesse sfalciato l'erba. Non avevo dato l'autorizzazione a nessuno». Sulla stessa linea il racconto di Iuri Campigotto: «Sono caduto dalle nuvole quando le forze dell'ordine mi hanno parlato di un contratto di affittanza agraria. La certificazione di passaggio della terra è stata fatta in modo fasullo». Quindi Danila Canal, di Cittadella: «Mio marito una volta è andato a Lamon e ha visto che l'erba era tagliata, non si sa da chi. Il terreno non è stato concesso né in comodato né in affitto». E infine Luciana Casagrande: «Varago ha lasciato le pecore e delle volte ha tagliato l'erba. L'ho saputo da mio marito e dalla cognata. Mi hanno detto anche che c'erano state recinzioni». A questo punto il giudice Nicola Parrocco ha rinviato il processo, che riprenderà il 28 marzo per l'audizione di ulteriori tre testi.
Raffaele Scottini
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