«Noi scommettiamo su quest’eccellenza»

CORTINA. Carmela Falcone e Antonella Camardo sono due giovani dottoresse che, dopo la specializzazione, hanno deciso di rimanere al Putti a lavorare a fianco ai malati di osteomielite; ed entrambe, nonostante l’aria che tira non sia delle migliori, hanno fiducia che il reparto al Putti andrà avanti come è stato fino ad oggi. «Effettivamente c'è un certo clima di incertezza al momento», dicono, «ma speriamo che si risolva tutto per il meglio. Siamo tranquille e fiduciose per il futuro dell'ospedale. Qui abbiamo curato e aiutato tante persone, ci sembra impossibile che si possa eliminare una struttura di questo valore».
Falcone è arrivata al Putti nel 2005, e l'anno successivo è stata la volta di Camardo: entrambe come specializzande. Al Codivilla Putti c'è già la gestione mista pubblico-privata, che ha salvato l'ospedale dalla chiusura: 49% Giomi, e 51% Usl Belluno. Dopo tre anni e mezzo di specializzazione al Putti, dove si curano i malati affetti da infezioni ossee, entrambe sono state assunte dalla Giomi e col tempo sono diventate responsabili del reparto. Falcone ha deciso di rimanere al Putti, nonostante gli oltre mille chilometri che la separano da casa, a Reggio Calabria; Camardo ha girato vari istituti in Italia, e alla fine anche lei ha scelto di mettere le tende all'ospedale di Cortina.
«I pazienti arrivano da tutta Italia, spesso dopo aver girato per vari centri. Qui trovano la speranza; alcuni non guariscono, però migliorano la loro condizione, stanno meglio».
Un ruolo, il vostro, va oltre l'aspetto medico...
«Noi abbiamo un doppio ruolo: quello del medico che cura, e quello, non meno importante, di supporto, di confidente del paziente. Dobbiamo tirarli su, perché spesso i casi vanno avanti da molti anni. Con loro stabiliamo un rapporto empatico, in due parole diamo loro una speranza».
Le due dottoresse rappresentano oggi la continuità con quanto già fatto dai medici che lavorano al Codivilla Putti dai tempi della gestione Rizzoli nella cura dell'osteomielite. La loro scelta di restare a Cortina è dettata proprio dalle grandi professionalità e dalla grande esperienza che il Putti rappresenta in questo campo. «Se dovessimo andarcene da qui cercheremmo sicuramente di continuare con quanto stiamo facendo ora; ma sarà difficile trovare un altro centro adeguato per questo tipo di cure. Noi abbiamo dedicato questi dieci anni della nostra vita alla cura delle infezioni ossee, cercando di imparare il più possibile dai tre medici che lavorano qui da vari decenni. La Giomi ci ha sempre aiutate nel nostro operato, venendo incontro alle nostre richieste laddove è stato possibile. Ci è stato dato anche un alloggio al vicino Cademai ad affitto agevolato, un alloggio che la società Codivilla Putti ha a disposizione per i dipendenti; altrimenti sarebbe stato difficile per noi vivere a Cortina, ma in questo modo siamo state aiutate. La società ci è sempre venuta incontro».
Una battaglia importante, quella del Codivilla-Putti, da affrontare con unità. È questo il messaggio delle segreterie territoriali Cisl Funzione Pubblica, Nursing Up, Uil Fpl e le rsu della Usl1: in una nota «censurano l’iniziativa di chi organizza, in solitudine, assemblee con i lavoratori o ogni altra iniziativa che rischi di minare l’efficacia dell’azione volta al sostegno occupazionale e al mantenimento dei servizi sanitari finora assicurati».
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