Limo sul fondo di Piave e Cordevole

BELLUNO. Uno strato di limo sul fondo dei fiumi Piave e Cordevole, frutto degli svasi che vengono fatti dalle dighe lungo le valli principali della provincia. Lo denuncia il presidente del bacino di pesca 9 «La Marmorata» Andrea Dal Pan.
Non è la prima volta che lo dice: «Abbiamo sollevato il problema alla regione Veneto così come a Veneto Agricoltura nell’incontro del 29 agosto scorso. In quella occasione siamo rimasti allibiti che la Federazione dei Bacini Bellunesi, anch’essa presente, non abbia minimamente sollevato la questione, sebbene da tempo in contatto con gli organismi regionali ed in rappresentanza di dieci bacini bellunesi».
La Federazione dei bacini bellunesi comprende appunto dieci dei dodici bacini di pesca della provincia. Sono rimasti fuori proprio il bacino 9 di Sedico - Santa Giustina e Comelico - Sappada.
Dal Pan denuncia la situazione prendendo spunto dalla visita dell’assessore Conte, avvenuto giusto ieri, al lago del Centro Cadore oggetto di una importante attività di laminazione.
«Già a giugno 2013 avevamo sollevato la questione ma siccome il problema non è così evidente e visibile agli occhi della popolazione, lo scempio di cui parliamo passa spesso inosservato. Vengono rilasciate dai nostri laghi delle considerevoli quantità di limo che si deposita man mano che l’acqua scende. Anni fa si procedeva con svasi improvvisi con grosse portate, ma queste azioni creavano una torbidità totale nell’alveo, molto visibile e con grosse quantità di pesce che veniva soffocato lungo il greto. Attualmente queste azioni vengono diluite nel tempo con le acque che non assumono più sembianze di letti di fanghiglia, ma il limo svasato a valle sempre in grosse quantità è solamente diluito nel tempo e così poco visibile agli occhi di chi transita nei pressi del Piave e del Cordevole. Questi limi sotto forma di polvere finissima e volatile prima o poi si adagiano sui fondali cementificando qualsiasi fessura e spazio tra una pietra e l’altra, asfaltando in pratica decine di chilometri di alveo. Questo comporta la scomparsa quasi totale di specie come scazzoni, ghiozzi, sanguinerole, ma soprattutto il benton e i micro invertebrati necessari alla trota marmorata come alimentazione nelle fasi giovanili. Gran parte delle trotelle scompaiono non avendo possibilità di potersi cibare». Secondo Dal Pan servono campionamenti dei materiali di deposito.
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