«Le linee elettriche vanno spostate: interrarle non basta»

Il Comitato cittadino se la prende contro chi boicotta l’idea «E se non si fa presto la gente continuerà ad andarsene»

SOVERZENE

Ennesimo appello per lo spostamento degli elettrodotti che “incombono” sul paese.

Il Comitato cittadino, che ha il pieno appoggio dell’Amministrazione, critica infatti i ritardi che ancora una volta stanno facendo slittare una manovra attesa da anni che incide anche sul problema dello spopolamento.

«Apprendiamo con amarezza», scrivono dal comitato, «che, nonostante la procedura Via abbia avuto il benestare ministeriale, continuano ad emergere da parte di alcuni comitati favorevoli al solo interramento delle linee e da parte di alcuni politici che li supportano, pressioni per mettere in discussione l’intero progetto. Ci chiediamo quindi quali interessi stiano perseguendo tali comitati ed amministratori che si assurgono a portatori degli interessi della provincia di Belluno. Riteniamo che mantenere lo status quo delle cose, perché questo sarà l’unico risultato di tali azioni, vada proprio nella direzione opposta a quella che sostengono. Inutile infatti lamentarsi della crisi economica della provincia e dello spopolamento se non si vuole dare il via libera a progetti che libererebbero circa 900 edifici dalle linee ad alta tensione, oltre a portare sul territorio investimenti per 50 o 60 milioni di euro. Invece si portano avanti azioni che mantengono soffocati gli abitati dalle linee ad alta tensione. Ricordiamo che la soluzione condivisa nel protocollo d’intesa, e che si sarebbe dovuta realizzare entro il 2015, non comporta la costruzione di nuovi elettrodotti o l’aumento della tensione di quelli esistenti, ma lo spostamento all’interno degli stessi territori comunali dei tracciati: 115 tralicci in meno e riduzione di 20 km di linee esistenti. Ora la paventata ipotesi di rivedere totalmente il progetto con nuovi fantasiosi progetti quali il tracciato sull’autostrada non avranno altro risultato se non quello di continuare a ritardare tutto», conclude il comitato, «e dunque, se si vuole il bene della provincia e dei suoi abitanti, ci si concentri sulle eventuali poche criticità connesse al progetto approvato, sostanzialmente l’attraversamento sotto il Piave nel territorio di Belluno, e non si perda tempo con la ricerca di soluzioni fantasiose che non ci porteranno da nessuna parte. Speriamo solo che la politica abbia il buon senso di agire velocemente per gli interessi del territorio e non invece di costringere i suoi cittadini a continuare a convivere problematiche vecchie oltre 70 anni; a meno che non si desideri che le persone se ne vadano da questa splendida provincia». —



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