Lana e acqua la ricetta all’ex Marangoni

FELTRE. Si chiamerà “Cittadella dell’acqua e della lana” e farà rivivere il sito industriale abbandonato nel 2009 dalla Marangoni in zona Peschiera. Un progetto che nelle intenzioni del pool di investitori coniuga ambiente, agricoltura e sociale coinvolgendo sette province del Triveneto – Bolzano, Treviso, Udine, Belluno, Vicenza, Treviso e Pordenone – puntando su diverse attività, tutte legate all’ambiente e con un occhio di riguardo all’ecosostenibilità. Ieri mattina c’è stato il sopralluogo eseguito dal sovramontino Diego D’Incau, titolare della Fattoria Tita Dal Casel e ideatore del progetto, accompagnato da Marcel Bisi e Renzo Longhi dell’azienda Pro Verzasca del Canton Ticino in Svizzera che già da qualche anno ha avviato un’attività che coinvolge gli allevatori di pecore della vallata, ne acquista la lana che viene lavorata sia per l’uso tessile, sia come feltro e altro materiale per l’edilizia. Saranno loro a fornire il supporto tecnico per avviare l’attività legata alla lana, che costituirà comunque solo una parte del progetto più ampio, che sarà svelato nella sua interezza tra un paio di mesi quando si svolgerà una riunione pubblica con tutti i dettagli dell’operazione che prevede comunque investimenti per alcuni milioni di euro.
D’Incau sta coordinando l’intero gruppo di lavoro e spiega la filosofia del progetto: «Siamo convinti che l’operazione abbia una resa economica interessante per gli investitori senza pregiudicare le linee guida del progetto che puntano alla valorizzazione del territorio e delle persone locali. Questa impresa avrà uno spiccata attenzione verso l’ambiente. La cubatura sarà ridotta abbattendo la parte più vecchia del capannone e mantenendo quella più recente che ospiterà i vari settori della produzione. Un lavoro di riconversione e riqualificazione che libererà dal cemento parte dei quasi 50mila metri quadrati sui quali si estende l’area produttiva. Il sito sarà quasi interamente rifornito da energia prodotta autonomamente grazie alle rinnovabili come impianti fotovoltaici, solare termico e biomasse provenienti esclusivamente dal territorio. La mobilità sarà elettrica e per questo ci siamo affidati a uno studio svedese di Goteborg che sta progettando le stazioni di rifornimento.
Domani il pool si incontrerà per scegliere il marchio legato alla sostenibilità ambientale che farà da riferimento a tutte le attività che si svolgeranno all’interno del sito ex Marangoni. L’architetto feltrino Paolo Comel sta curando l’intera partita progettuale, mentre l’avvocato Andrea Caverzan sta gestendo le varie questioni legali.
Al sopralluogo di ieri mattina era presente anche Mario Balzarini, direttore dello stabilimento Marangoni di Rovereto ed incaricato di seguire la pratica per conto dell’azienda che ha lasciato Feltre nel 2009. L’auspicio, burocrazia permettendo, è quello di iniziare a demolire la parte di capannone non ritenuta utile durante l’estate del 2015.
La Casa dell’acqua e della lana viaggerà con le proprie gambe ma sarà allacciato all’altra idea di Diego D’Incau in rampa di lancio: il progetto “Due Valli” basato sulla produzione di legnetti accendifuoco e fieno per piccoli animali domestici che utilizzeranno esclusivamente materie prime locali.
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