La Casa del Sole investe negli infermieri full time
Ponte nelle Alpi. Nel nuovo bilancio la Fondazione che gestisce il sociale ha inserito anche progetti di acquisto di attrezzature. Molte le donazioni ricevute

Nuovo progetto per la Casa del Sole
PONTE NELLE ALPI . Infermieri sette giorni su sette e 24 ore su 24. Ma anche nuovi acquisti e investimenti nella formazione del personale.
È tempo di bilanci per la Fondazione Casa del Sole di Ponte nelle Alpi, che dal 1° gennaio 2016 ha in gestione comparto relativo a centro servizi anziani, centro diurno e assistenza domiciliare.
Il consiglio di amministrazione sta ultimando il bilancio preventivo per il 2018. «Il focus, al di là dei numeri, è la cura dell’ospite», tiene a evidenziare il presidente, Daniele Galantin. «Dalla seconda metà di quest’anno garantiamo la presenza degli infermieri sette giorni su sette e per tutte le 24 ore della giornata, incrementando quindi l’assistenza sanitaria. Questa modalità, avviata in via sperimentale nel 2017, diventerà strutturale nel 2018».
Ma il 2018 sarà anche l’anno in cui la Fondazione cercherà di realizzare un obiettivo primario e ineludibile, compatibilmente con le disponibilità finanziarie: l’acquisto di 40 letti a movimentazione elettrica, ideati per il miglior comfort degli ospiti e nello stesso tempo per agevolare l’attività assistenziale degli operatori.
«Per ricordare una persona scomparsa prematuramente, la famiglia Boito di Piaia aveva effettuato, qualche anno fa, la donazione al Comune di un terreno agricolo con annesso rustico, finalizzandola a beneficio della casa di riposo», ricorda Galantin.
«Il ricavato della vendita del terreno, concretizzata recentemente, sarà destinato alla realizzazione di significativi interventi non procrastinabili sulla struttura residenziale di viale Roma, come indicato dalla famiglia Boito».
Tornando a quanto finora realizzato, una particolare attenzione è stata prestata alla formazione del personale, con i corsi sulla sicurezza e incontri formativi dedicati alla conoscenza dell’approccio palliativo alla cura delle persone in particolare necessità. Inoltre, l’unità operativa per definire e aggiornare il “Progetto assistenziale individualizzato” (Pai) viene rivista almeno una volta nell’anno anche insieme ai familiari. Non è poi mancato l’impegno per aumentare la vivibilità dell’ambiente. A questo scopo stati rinnovati gli ombreggiatori su tutti i serramenti, completato l’arredo della sala da pranzo e rifatto l’arredo dell’infermeria. Sono inoltre stati acquistati tre nuovi sollevatori e sostituite le vasche per il bagno assistito e le barelle doccia.
«Interventi e acquisti resi possibili dalle donazioni e dai contributi dei sostenitori», precisa il presidente della Fondazione. «Queste somme permettono di effettuare investimenti che altrimenti non sarebbero possibili con il bilancio ordinario».
Sul fronte assistenza domiciliare, la dotazione di nuovi strumenti informatici e organizzativi ha consentito di aumentare l’efficienza del servizio. Si è lavorato, inoltre, per migliorare la qualità del servizio pasti a domicilio: il cibo viene confezionato in vaschette sigillate e distribuito con appositi contenitori termici con temperature differenziate, con appositi automezzi.
La movimentazione degli utenti del Sad, del Centro diurno e degli ospiti per le uscite sarà agevolata da un nuovo pulmino attrezzato e modulare, che può trasportare sette ospiti, l’accompagnatore e l’autista o contenere fino a quattro carrozzine.
La procedura per l’acquisto è già stata avviata e il nuovo veicolo dovrebbe essere in servizio alla fine della prossima primavera.
Martina Reolon
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