Il Cansiglio, un cantiere ancora aperto per la ricostruzione boschiva post Vaia

Veneto Agricoltura detiene 4500 ettari di territorio e i suoi tecnici sono impegnati da ormai due anni nelle lavorazioni 

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Il Cansiglio come cantiere aperto per la ricostruzione boschiva post Vaia. Oggi e domani sarà infatti possibile visitare diversi siti dove sono all’opera i mezzi e le tecniche più innovative per le politiche forestali del futuro. Tra i principali soggetti in campo c’è Veneto Agricoltura, che detiene 14mila ettari forestali demaniali in regione di cui ben 4500 nel bosco del Cansiglio. Una ventina di persone tra operai e tecnici, in gran parte bellunesi, sono impegnati nelle varie lavorazioni in questi ultimi due anni.

«I danni di Vaia sono stati molti ma non localizzati un’unica, grande zona», spiegano Federico Correale e Massimiliano Fontanive di Veneto Agricoltura, «sono stati infatti a macchia di leopardo su circa 400 ettari. Ad oggi abbiamo rimosso circa il 90% del materiale che ora di fatto è diventato ceppaia ma è una corsa contro il tempo perché, se si aspetta troppo, avanza il bostrico e c’è anche il rischio incendi».

Cosa fare ora di queste aree con gli alberi a terra?

«Sarà compito delle amministrazioni locali e regionali decidere», dicono o due, «ma non c’è un’unica ipotesi valida universalmente. Si può aspettare l’evoluzione naturale con la ricrescita spontanea, oppure far tornare il pascolo come decenni fa, o ancora organizzare un rimboschimento ragionato o anche puntare al turismo ambientale con aree picnic».

«Stiamo lavorando alla rinascita del bosco», dice il commissario di Veneto Agricoltura, Alberto Negro, «per noi l’area del Cansiglio è strategica. Tanti i progetti in essere, tutti all’insegna della sostenibilità in ottica delle linee europee del Green Deal o di agenda 2030. Tra le varie iniziative abbiamo potenziato il vivaio di Pian de Spini in cui studiamo e coltiviamo gli alberi del futuro. È impensabile infatti fare il rimboschimento sempre con le solite piante: dobbiamo infatti essere in grado di prevedere, per quanto sia difficile, i cambiamenti climatici e sperimentare semi che vivano a temperature più alte».

Tante le tecniche e le attrezzature che i visitatori potranno ammirare a Pian Rosada. Ci sono grossi escavatori in grado di prelevare con facilità e poi sminuzzare i tronchi, tutto comandato con programmi di precisione ma ci sono anche mezzi per “appiattire” il terreno nelle cippaie e renderlo meglio lavorabile anche in condizioni difficili con pendenze significative. Secondo gli esperti di Veneto Agricoltura, queste lavorazioni sono la via maestra nel post Vaia, al contrario delle cariche esplosive da utilizzare solo in casi estremi quanto gli schianti sono in posizioni molto ardue da raggiungere con i mezzi motorizzati. Coinvolta anche la parte friuliana del Cansiglio, dove si può ammirare in particolare il lavoro nel rifare le strade silvo pastorali distrutte da Vaia. Oggi sono ricostruite con tecniche tutte a basso impatto ambientale con scolo naturale dell’acqua al posto delle più invasive canalette metalliche. La viabilità forestale infatti si rivela fondamentale per permettere di avviare qualsiasi tipo di intervento. —



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