Gilmozzi: «Sul Sella decidiamo noi, non il Veneto»
L’assessore di Trento parla di ottimi rapporti con il governatore ma non ci saranno passi indietro sulle chiusure

BELLUNO. «La sperimentazione dei mercoledì chiusi al traffico sul passo Sella continuerà fino al termine del mese di agosto. Il presidente del Veneto, Luca Zaia, è liberissimo di pensarla come crede. Noi non gli imponiamo nulla, ma anche lui non deve rivolgerci moniti o, peggio, proporci dei passi indietro, tra l’altro sulla base di dati semplicemente sballati».
Chi parla è Mauro Gilmozzi, assessore ai trasporti della provincia di Trento.
Lassù, sul Sella, lui c’era, e testimonia di aver contato almeno 1. 300 presenze, a suo avviso nient’affatto poche, considerando che era il primo giorno di sperimentazione.
Che cosa pensa delle esternazioni di Zaia, con l’invito a Trento e a Bolzano di fare un passo indietro?
«Niente».
Proprio niente?
«Non c’è nulla da dire. Ognuno è libero di tenersi le idee che ha».
Quello di Zaia lo interpretate come un rovinoso strappo ai rapporti tra le vostre province e il Veneto?
«Assolutamente no. I rapporti sono ottimi, nonostante questo dissenso e quello sulla Marmolada. Ma il presidente Zaia non può imporci il pensiero unico».
Non può, insomma, dettar legge in casa vostra.
«Anche Zaia sa che il turismo è in evoluzione. Mi pare che se ne stia vivacemente discutendo a Venezia. Il governatore veneto, proponendo il treno delle Dolomiti, suggerisce un salto di qualità del turismo del futuro: più lento, più sostenibile. Non è in sostanza ciò che noi proponiamo con i green days?».
Ma Zaia sostiene che il diritto alla mobilità è sacro, non va intaccato. E ha anticipato che la Regione Veneto farà ricorso contro le vostre ordinanze.
«È inutile che Zaia minacci ricorsi o scriva al ministro Delrio. Noi siamo titolati a emettere ordinanze sulla viabilità da una norma prevista dallo statuto, che ci consente di organizzare i flussi di traffico, come riteniamo più opportuno. In questo caso, abbiamo chiesto e ottenuto un’autorizzazione supplementare da parte dello stesso Ministro dei trasporti. Prima di sperimentare quanto stiamo facendo, ci siamo interrogati ripetutamente su come corrispondere alle esigenze dei nuovi turisti europei che sollecitano un approccio soft con la montagna. Meno traffico, meno rumore, meno inquinamento».
La chiusura del Passo Sella è la misura più indovinata che avete individuato?
«Lo verificheremo dopo i nove mercoledì di stop al traffico e di eventi alternativi per evitare di recare danno alle attività commerciali. Se abbiamo sbagliato, ci ravvedremo. Ma, considerata la risposta di mercoledì, ritengo che siamo sulla strada giusta, magari con qualche correzione da fare».
Nella vicina provincia di Belluno, vi si rimprovera di non aver promosso una comunicazione puntuale, per cui gli automobilisti sono rimasti a casa, immaginando che fossero chiusi tutti i passi.
«Provvederemo a migliorarci. In tutti gli alberghi, ad esempio, si dovranno conoscere gli orari dei pullman che funzioneranno da navetta. Mi lasci dire, però, che non basta dire di no a sperimentazioni come questa. E non basta neppure lasciare aperto ogni varco, perché sui passi arrivi il numero massimo di auto e di moto. Noi abbiamo la responsabilità di studiare strategie alternative per un turismo che sia di maggiore qualità. Il presidente Zaia ha delle idee? Noi siamo pronti ad ascoltarlo».
È vero che la sperimentazione era stata decisa anche con la Fondazione Dolomiti Unesco, quindi alla presenza degli esponenti della provincia di Belluno e della Regione Veneto?
«Sì, è vero. È da tempo che la Fondazione Dolomiti Unesco si sta occupando di mobilità in montagna. Ha convenuto che è urgente intervenire e ha dato dei suggerimenti perché fossero tradotti in proposta operativa dalle province. Se qualcuno intende tirarsi indietro, è libero di farlo, ma senza pretendere di coinvolgere gli altri».
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