Da un abete rosso di Vedelei un violino per suonare il Vajont

LONGARONE. Un violino creato dai boschi longaronesi donato alla comunità per ricordare il Vajont: è questa la bella storia che ha unito musica, cultura e memoria e si è conclusa con una speciale cerimonia al centro culturale. Tutto nasce circa tre anni e mezzo fa, quando il celebre violinista e liutaio di origini peruviane Carlos Manuel Garfias Santiago è venuto in visita a Longarone e, in ricordo del Vajont, ha voluto lasciare qualcosa per il territorio. Garfias ha quindi contattato il comune per vedere se il legno dei boschi locali poteva essere idoneo per la realizzazione di uno strumento e così è iniziata la collaborazione con la guardia boschiva Elvio Bez.
I due si sono recati in località Vedelei, vicino alle frazioni di Soffranco e alla località Mezzocanale ai confini con lo zoldano, trovando i giusti alberi di abete rosso dotati di una particolare risonanza acustica. Poi la lavorazione a cura della segheria Alberto De Nes a Fortogna con il falegname Emil Furlan, due anni di stagionatura per acquisire le giuste proprietà acustiche e la creazione a cura dello stesso Garfias, che vanta una lunga esperienza, nella sua bottega a Musile di Piave.
«E' un bel momento – ha detto il sindaco Roberto Padrin – che condividiamo con i bambini delle scuole elementari e con la cittadinanza. Finisce un lungo percorso frutto del lavoro e della passione di Elvio e Carlos. Ascoltiamo per la prima volta il suono di questo violino, che valorizza l'importanza dei nostri boschi». Poi la musica di Gafias e della pianista Cristina Bruni che hanno testato l'ottimo suono con brani classici e contemporanei. «E' stata una nascita frenetica – spiega il violinista – di solito infatti ci vogliono 10 anni di lavoro ma la voglia di completarlo era fortissima. All'interno della cassa ho messo una bella frase di Elvio Bez che recita “dai boschi del Vedelei libera le tue struggenti note da questo violino o un armonia di pace per le genti del Vajont».
È stato anche proiettato un video di Gianni Frescura che spiega il processo di creazione dello strumento con l'intento di spiegare anche il valore dei boschi longaronesi. Tra le persone coinvolte anche l'artista Franco Losso che ha realizzato il logo, Eliana Olivotto con un poesia a tema, l'esperto del legno Angelo Funes Nova con suo intervento, l'artista Vico Calabrò, la pianista Martina Capiotto e i dottori forestali Orazio Andrich e Paola Berto. Finale con il passaggio di consegne simbolico del martello e filo di ferro segnaletico tra Bez, ora in pensione, e la nuova guardia boschiva Giuseppe Fant. «I nostri boschi sono una risorsa – commenta alla fine Bez – dobbiamo valorizzarli meglio e attivarci perché anche in Regione si diano da fare con meno burocrazia perché una foresta abbandonata è come lasciata a morire».
Enrico De Col
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