Da 70 anni occhiali per re e imperatrici

CALALZO. Lavora nel mondo dell'occhialeria da 70 anni, cioè da quando ne aveva 15. Ed il suo interesse per gli occhiali rimane intatto, sintesi unica di passione e curiosità. Lo si vede da come gira e rigira fra le mani l'ultima montatura che gli hanno passato, come saggia la tenuta delle stanghette, come si informa sui materiali, come la accarezza. Anche se poi per lui, Antonio Frescura da Calalzo, classe 1931, titolare della Kàdor, il vero ed unico materiale per occhiali è l'acetato di cellulosa.
«Ho iniziato a 15 anni lavorando alla Lozza, qui a Calalzo», ricorda, «ed all'epoca limavo occhiali di celluloide. Tutto a mano. Facevamo occhiali che erano gioielli e si lavorava 9 ore al giorno, sabato compreso. Venivo da una famiglia che aveva terra, campi, si faceva fieno e legna».
Poi arriva la voglia di diventare imprenditore...
«A 26 anni ho trovato un'occasione ed abbiamo dato vita alla OGF, Occhialeria Giacobbi&Frescura. Eravamo nel 1957, avevamo una decina di persone ed eravamo già bene organizzati con i nostri rappresentanti. Io non ho mai fatto il terzista, non ho mai lavorato per le grandi aziende».
E lo dice con un certo orgoglio, così come quando ricorda che è riuscito a superare la crisi, soprattutto quella scaturita dalla moda degli occhiali in metallo, mantenendo intatti i principi fondamentali della Kàdor, fondata nel 1962: materiali e lavorazioni solo italiani, produzione anche di piccole quantità per gli ottici delle maggiori città italiane, rapporto di fiducia con i clienti garantito dalla qualità del prodotto. Ed oggi insieme al figlio Leo (47 anni) continua una tradizione che ha avuto il suo fulgore ai tempi in cui, ricorda, «eravamo gli unici a saper fare gli occhiali di tartaruga». Tant'è che la tartaruga è rimasta nel logo aziendale, anche oggi che lavorare quel materiale non è più permesso. «I nostri occhiali di tartaruga facevano tendenza e siamo arrivati nei negozi», sorride soddisfatto Antonio Frescura, «ben prima di Valentino e di Armani. Erano gli anni '60-'70-'80: a Cortina una nostra montatura si vendeva anche a 2/3 milioni di lire. Noi la crisi vera per fortuna non l'abbiamo mai sentita; certo un periodo difficile è stato quello in cui sono cominciati ad andare di moda gli occhiali in metallo, all'inizio degli anni '90, ma abbiamo saputo reagire bene: non abbiamo mai avuto l'idea di crescere più del dovuto, nemmeno ai tempi d'oro, né siamo stati presi dalla frenesia di delocalizzare».
Così oggi prosegue la produzione di circa 300 paia al giorno, distribuiti su circa 2.000 ottici in giro per l'Italia, ma anche in altri Paesi europei e negli Usa, con 18 addetti.
«Negli anni i nostri occhiali», ricorda soddisfatto Frescura tirando fuori qualche vecchia pubblicità, «sono stati indossati dal re Farouk d'Egitto e dall'imperatrice Soraya, moglie dello scià di Persia; poi da Vittorio Sgarbi e da Ornella Vanoni, ed oggi, tanto per dirne due, da Vittorio Feltri e dal vice ministro dell'economia Enrico Zanetti, che porta occhiali che produciamo noi per l'ottico Carraro di Venezia».
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