Belluno, una città alpina senza speranze di adunata

BELLUNO. Piacevole Piacenza. Ma vuoi mettere Belluno, se solo l’adunata nazionale degli Alpini si potesse fare? Non ci sono abbastanza cassetti nei comodini, per contenere il grande sogno delle penne nere della provincia. Ma non sono sufficienti nemmeno le camere d’albergo del capoluogo delle Dolomiti, oltre che gli spazi per corriere e camper. Per poter solo avanzare la propria candidatura, ci vogliono 500 doppie in zona, 2500 stalli per i pullman e un numero impensabile anche per chi arriva con la casa viaggiante. Va a finire che Pordenone, la sede della prossima edizione, è tanto più attrezzata. Il nuovo presidente dell’Ana di Belluno, Angelo Dal Borgo, può soltanto rifletterci, non prima di essersi liberato di una battuta, che la racconta lunga: «Bisognerebbe asfaltare il Piave da Ponte nelle Alpi a Lambioi, per poter pensare di organizzare un evento tanto importante e frequentato». Rende abbastanza l’idea?
Eppure Belluno è stata la sede della Brigata Cadore, senza dubbio una delle più gloriose, mentre Piacenza non può appuntare sul petto la stessa medaglia: «Non può certo considerarsi una città alpina», osserva Dal Borgo, «però ci ha accolti con la classica cordialità emiliana. Siamo stati bene e abbiamo vissuto un’esperienza stupenda. Ci siamo ritrovati in tanti, come ogni anno, pur dovendo fare i conti con la crisi economica, che qualche assenza l’ha provocata. Noi ci penseremo, ma adesso come adesso non è immaginabile sostenere uno sforzo del genere, per il fatto che non abbiamo le strutture necessarie. A suo tempo, l’allora sindaco Antonio Prade mi aveva chiesto se fosse stato possibile ospitare l’adunata nella nostra città; dovetti illustrargli tutta una serie di problematiche, che riguardano le strutture alberghiere e anche la viabilità. Per essere più chiari, servono anche strade lunghe e larghe».
È già un bell’avvenimento il raduno dei veci della Cadore: bisogna accontentarsi. A proposito, ci sono delle novità? «Ci stiamo lavorando già da mesi e, tra i vari interventi, è prevista la ripulitura delle nostre caserme, a partire dalla Fantuzzi. Che è la situazione più critica e richiede ogni volta una serie di camion, per rimuovere tutte le erbacce e i rifiuti e renderla presentabile. Noi siamo in grado di fare questo, anche con i numeri che abbiamo a disposizione. Per il resto, vediamo di non creare false illusioni e prendere in giro le penne nere. Allo stato attuale, non possiamo permetterci l’adunata nazionale, ma questo non vuol dire che non ci pensiamo».
Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi