Spesi 270 milioni l’anno per le rate dei prestiti: sono 73 mila i bellunesi indebitati

Un trend che preoccupa: il 42,4% dei bellunesi ha aperto finanziamenti, in media si pagano 308 euro ogni mese, l’importo totale arriva a 35 mila euro. Il presidente Garofolini: «Molti chiedono soldi a banche o finanziarie per l’acquisto di auto e televisori, ma anche per sposarsi o fare vacanze»

Paola Dall'Anese

Non si vive di solo pane, si vive (purtroppo) anche di prestiti, mutui e finanziamenti. È questa una realtà nota – ma spesso sottovalutata – quando si parla dei bilanci familiari, minati da molti fattori come tasse, inflazione, imprevisti. Nelle indagini, infatti ci si scorda spesso quanto il fattore dell’indebitamento pesi su molte famiglie. È vero che la provincia di Belluno, insieme a Rovigo, ha numeri decisamente più bassi rispetto al resto del Veneto, ma alla fine del mese le rate si fanno sentire.

I numeri nel Bellunese

Analizzando gli ultimi dati elaborati dal Crif (Centrale rischi di intermediazione bancaria), si nota come un bellunese su due sia impegnato in una vita a rate, che può risultare deleteria in momenti nefasti – come la perdita del lavoro – e in periodi di grandi rincari, come è stato il 2022. Un anno horribilis, con le bollette di luce e gas schizzate alle stelle che avevano messo in ginocchio i bilanci familiari.

A monitorare con attenzione gli indebitamenti degli italiani è l’associazione Adico: in provincia di Belluno, il 42,4% della popolazione maggiorenne, cioè 73 mila bellunesi, ha in essere un prestito accordato da un istituto di credito o da qualche finanziaria. Questo significa che quasi un bellunese su due ha in essere un finanziamento. In media l’importo del prestito ammonta a 35 mila euro, con una rata mensile di 308 euro (in totale ogni anno si pagano rate per 270 milioni). In provincia l’importo complessivo del debito supera i 2,5 miliardi di euro annui.

Le tipologie di credito

Ma come sono distribuite a livello percentuale le diverse tipologie di credito/debito? In linea di massima il prestito più richiesto è quello finalizzato, ovvero quel finanziamento legato all’acquisto di un bene o di un servizio. Nel Bellunese il 42,6% dei prestiti rientra in questa casistica: «Stiamo parlando di prestiti che, nella maggior parte dei casi, una famiglia accende per poter acquistare l’automobile, il televisore o qualsiasi altro elettrodomestico».

Sintomatico anche il dato dei prestiti personali, quelli solitamente richiesti per appianare problematiche economiche familiari o comunque private. Pure in questo caso, le aree dove vive la popolazione meno ricca della regione, registrano percentuali più elevate: la prima in Veneto è proprio Belluno con il 30,8%.

L’analisi

«L’indebitamento», commenta Carlo Garofolini, presidente dell’Adico, «è ormai divenuto indispensabile per molte famiglie, ma bisogna distinguere fra prestito e prestito. Il mutuo per l’acquisto dell’abitazione principale (26,6% in provincia di Belluno) si può tradurre come una sorta di investimento, anche perché molte volte la rata corrisponde al canone d’affitto e più di qualche volta è pure più bassa. Il prestito personale può provocare invece un circolo vizioso. Ci si indebita per onorare altri debiti, entrando in un circuito da cui poi non è mai semplice riuscire a uscire».

Per Garofolini «il prestito finalizzato, a volte imposto dagli stessi punti vendita, in primis concessionari d’auto, è più che altri figlio dei nostri tempi, che impongono standard di vita che più di qualcuno non potrebbe permettersi. L’auto fiammante, l’elettrodomestico di ultima generazione, il televisore di 60 pollici sono cose a cui si potrebbe rinunciare, ma che, proprio grazie alla rateizzazione, diventano appetibili. Tuttavia può succedere che una vita a rate, oltre che stressante, diventi a un certo punto insostenibile. Ah dimenticavo», conclude il presidente di Adico. «Ci sono anche persone che chiedono un prestito per andare in vacanza o addirittura per sposarsi perché oggi i prezzi sono alti e c’è il desiderio di rendere indimenticabili certi momenti. E allora si accendono prestiti. Peccato che, se qualcosa non va per il verso giusto, diventa insostenibile onorarli».

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