Belluno, occhiali fatti in casa fondendo la plastica nel tostapane
L’iniziativa di Dejan Kuridza, studente al quinto anno dell’Iti Segato. «Amo mettermi in gioco: ho creato anche montature in pietra»

Intraprendenza, creatività ma con un occhio all’ambiente. Nascono da questi presupposti gli occhiali realizzati con i tappi di plastica delle bottiglie da uno studente dell’Iti Segato di Belluno. Un’idea che Dejan Kuridza, che frequenta il quinto anno dell’indirizzo Tecnologia dell’occhiale, ha maturato in questi mesi e che ha voluto realizzare in modo autonomo. E ieri ci ha presentato il prodotto finale.
L’impresa non è stata facile ma è stata importante per Dejan che è stato spinto a risolvere vari imprevisti e problemi che ha incontrato per poter concretizzare il suo progetto.
«Mi ha sempre interessato l’idea del riciclo, specie della plastica e il rispetto dell’ambiente», ci racconta Kuridza, «e così ho pensato: perché non provare a creare qualcosa che rispetti l’ambiente, e che sia bella e utile? Ed è nata l’idea di realizzare degli occhiali con i tappi delle bottiglie».
Ma il primo problema da affrontare era ridurre allo stato liquido la plastica. La plastica si fonde a 115-150 gradi centigradi e trovare qualcosa tra gli strumenti domestici che potesse raggiungere queste temperature non è stato facile. Ma Dejan non si è perso d’animo e ricorrendo ad Internet, (ormai vademecum per ogni cosa) ha trovato la soluzione. In casa ha recuperato un vecchio tostapane dentro il quale ha deciso di fondere i tappi, dopo averlo rivestito di carta forno per raccogliere il materiale fuso.
«La fusione è andata bene, ma poi restava da capire come pressare il materiale liquido per evitare che si formassero all’interno delle bolle d’aria che avrebbero compromesso la tenuta del prodotto finale, rendendolo più fragile», ci spiega lo studente che con l’aiuto del papà è riuscito a superare anche questo scoglio. «Mio papà mi ha costruito una mini pressa in acciaio in cui ho inserito la plastica colata ottenendo così delle piccole placche. A questo punto dalla materia grezza il terzo step era realizzare il frontalino dell’occhiale, la parte cioè dove vanno inserite le lenti», ci dice il ragazzo. Detto fatto: dopo aver redatto il progetto e averlo inserito nella macchina 3D in dotazione al laboratorio della scuola ( gestito dal prof Federico Borillo), ottenere il frontalino è stato un gioco da ragazzi. A questo poi sono state applicate le aste «costruite inserendovi l’anima di metallo per renderle più resistenti». Ed ecco quindi i futuristici occhiali made in Belluno.
Ma Dejan non è nuovo a queste creazioni. Già al terzo anno di Iti aveva realizzato degli occhiali sempre di plastica ma completamente a mano, senza bisogno di macchinari. «Mi sono cimentato anche con occhiali di legno e di pietra. Mi piace mettermi in gioco e su questo la scuola mi ha supportato. Ringrazio anche il professore Michele Zancanaro che ha sempre creduto in me».
Tirato in causa il docente si dice contento del risultato del suo studente: «È bello vedere ragazzi propositivi, creativi che hanno voglia di creare qualcosa mettendo a frutto quanto hanno imparato. I giovani hanno molte idee, hanno voglia di fare e noi insegnanti dobbiamo sostenerli e guidarli nel realizzare i loro sogni».
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