Barattin lascia la presidenza mercoledì il successore

belluno
«Dopo 17 anni è venuto il momento di un ricambio». Antonio Barattin si è dimesso dal Centro Studi Bellunese e mercoledì pomeriggio i sindaci dovranno trovare il suo successore. Ex sindaco di Puos d’Alpago, attuale presidente di Sit (ma in scadenza l’anno prossimo e già annuncia che chiuderà anche quell’esperienza), Barattin fu eletto alla presidenza del Centro Studi Bellunese nel febbraio 2001 e da allora nessuno ha più mostrato la volontà di dargli il cambio. Del resto l’incarico non è retribuito e comporta una certa mole di lavoro: circa 40 corsi di formazione organizzati ogni anno, dai 2.500 ai 3.000 partecipanti con una sola dipendente.
«Senza di lei si bloccherebbe tutto», osserva Barattin, che spiega la sua scelta. «Da oltre cinque anni mi sono ritirato dalla politica e non intendo tornarci. Per motivi professionali e personali non posso più continuare questo impegno e l’ho annunciato da tempo ai sindaci. Spero che qualche amministratore o un ex decida di raccogliere il testimone».
La decisione dovrebbe arrivare mercoledì, quanto alle 17 ci sarà l’assemblea dei soci (i 64 Comuni bellunesi, le 9 Unioni Montane, la Provincia ed il Consorzio Bim) ma sembra che i sindaci siano ancora in alto mare. Lo statuto dell’associazione non aiuta, perché non dice nulla sulle caratteristiche che dovrebbe avere il presidente, anche se di tradizione è sempre stato un sindaco. Il nome che è circolato nelle settimane scorse è quello dell’ex senatore di Fi, ex sindaco di Sedico e ex presidente del Consorzio Bim, Giovanni Piccoli, ma non c’è ancora la piena condivisione. —
I.A.
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